IL LIBRO
Fuga da Londra per quattro
”Un incantevole aprile” di Elizabeth Von Arnim: trama lieve e ricca di cliché ma lettura fresca e rilassante. Come una vacanza sulla riviera ligure
Non avevo mai letto nulla di Elizabeth Von Arnim fino a quando al Bookpride di Milano la Fazi Editore non ha messo in bella mostra nel suo stand Un incantevole aprile, fresco di stampa.
Non so quindi se l’opinione che mi sono fatta di questo romanzo valga anche per altri scritti (numerosissimi) della stessa autrice.
Leggendo l’introduzione al libro, che ripercorre la biografia di Elizabeth Von Arnim, e poi proseguendo con la lettura del romanzo, ho pensato che forse un libro sulla sua vita sarebbe risultato decisamente più intrigante di quello che stavo leggendo.
La Von Arnim, infatti, ha avuto un’esistenza davvero intensa, degna di un romanzo, forse perfino di un film, anzi di uno sceneggiato. Lo stesso non si può dire delle quattro protagoniste di Un incantevole aprile, quattro inglesi fissate ciascuna in uno stereotipo (l’anziana dama vittoriana, la lady ricca e bella dal fascino irresistibile, la provinciale diventata bigotta per necessità e l’ingenua campagnola dalla chiacchiera facile) che si incontrano per la prima volta nel luogo di villeggiatura che hanno affittato per il mese di aprile, così da dividere le spese e fuggire al grigiore umido della madrepatria.
Stereotipata è anche la situazione, la villeggiatura, dove si svolgono le vicende delle comari, così come lo è la descrizione idilliaca di San Salvatore, il castello ligure scelto allo scopo e degno della tradizione dell’Arcadia felix, tutto terrazze e fioriture esuberanti. Se si trattasse di un film, mancherebbe solo Raoul Bova nel ruolo del latin lover in camicia bianca di lino, tipo Sotto il sole della Toscana, e altre produzioni angloamericane che credono di rendere l’atmosfera italica.
Eppure, nonostante tutti questi cliché e la pochezza della trama (eh sì che la vita non ha lesinato spunti per l’autrice, come dicevo), il libro mi è piaciuto. Non so bene dire il perché. Forse ha semplicemente ragione Cathleen Schine, che ha firmato l’introduzione e che sostiene che questo romanzo, «parlando di felicità rende felice il lettore». Effettivamente è una lettura piacevole, fresca e rilassante. Un consiglio, gustatelo in primavera, possibilmente in giardino, comodi su una sdraio.
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