DENTI
Fumo di sigaretta nemico del bianco
«La bocca è la porta d’ingresso del fumo - fa presente Paolo Vigolo, presidente dell’Accademia italiana di odontoiatria protesica (Aiop) - ed è proprio nel cavo orale che si verificano i primi danni. Scopriamoli insieme». Sullo smalto dei denti (naturali o restaurati) dei fumatori si formano macchie di colore giallo o marrone e aumenta il deposito di tartaro (placca batterica calcificata).
Le superfici dentarie, rese ruvide, richiamano altra placca, con rischio di carie e infiammazioni gengivali. Il fumo è anche responsabile del digrignamento notturno dei denti, che favorisce l’usura delle superfici dentali. Questo fenomeno porta in superficie lo strato sottostante di dentina che tende a colorarsi più facilmente e in profondità.
Anche la pipa è causa di usura sui bordi dei denti incisivi, per via di un traumatismo ripetuto. Il fumo di sigaretta, inoltre, diminuisce il quantitativo di ossigeno a contatto delle gengive. In un ambiente poco ossigenato sopravvivono i batteri più aggressivi presenti nella placca, responsabili di una forma grave di parodontite, chiamata impropriamente piorrea. Ne consegue il ritiro delle gengive e una precoce perdita dei denti, nei forti fumatori tre volte più probabile che nei non fumatori. Infine, il tabacco provoca una forte alitosi.
La preoccupazione dell’alito cattivo induce il fumatore a eccedere nel consumo di mentine e chewing gum, che aggravano le erosioni dello smalto a causa del loro contenuto in zucchero. I figli dei fumatori hanno una maggiore probabilità di sviluppare carie in età precoce e di digrignare i denti di notte.
Purtroppo, l’80 per cento di tutti i carcinomi orali è attribuibile a un uso eccessivo di tabacco. «Secondo alcuni ricercatori - conclude Paolo Vigolo - c’è una forte correlazione tra malattie paradontalti e cardiovascolari. I batteri gengivali producono molecole infiammatorie che partecipano alla formazione di placche aterosclerotiche, causa di ictus e infarti».
L’utilizzo prolungato di tabacco comporta anche una riduzione graduale del senso del gusto e dell’olfatto, con conseguenze negative nella degustazione dei cibi e delle bevande. (g.c.s.)
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