IL CASO
Fumo nei parchi, vigili in rivolta
Proteste sui controlli necessari. Il sindacato: «Ennesimo sovraccarico senza tutele»
Non entrano nel merito di valutazioni politiche o di merito, «perché non ci interessa e non fa parte dei nostri compiti». Ma sulle modalità di applicazione e di vigilanza, sì. E per questo sono pronti a dare battaglia. Il timore del Sulpl di Varese, sindacato di categoria della polizia locale, è infatti che il nuovo regolamento urbano che vieta di fumare all’interno dei sette parchi pubblici del Comune, benché coinvolga in prima battuta le Guardie ecologiche volontarie, comporterà un ulteriore sovraccarico di lavoro per gli agenti del Comando di via Sempione. «Siamo molto perplessi – commenta il segretario provinciale Alex Conte -. Non ci interessano le questioni politiche, ma ci limitiamo ai fatti. E i fatti dicono che abbiamo ricevuto tante promesse, ma le nostre richieste non sono mai state ascoltate, sebbene si continui ad assegnare nuovi compiti agli agenti della polizia locale».
«Non abbiamo mai chiesto soldi in più e non lo facciamo ora – rimarca il rappresentante del sindacato – ma rinnoviamo la richiesta di maggiori tutele. Penso ad esempio a dotazioni come gli spray al peperoncino o i bastoni distanziatori, di cui il Comando è già dotato, ma anche all’assicurazione per i danni subiti da terzi (tolta dalla precedente amministrazione e mai più ripristinata, ndr). Ora siamo chiamati a far rispettare questo nuovo regolamento, ma non sappiamo ancora bene come».
Conte fa quindi un rapido conteggio, ipotizzando «quando va bene» quattro pattuglie in servizio in un turno: «Una è dell’Annonaria, quindi deputata ad attività legate al commercio, un’altra è per interventi in caso di incidenti, mentre le altre due svolgono servizio sul territorio. E come si è visto con l’intervento a fine giugno (quando due agenti si sono trovati a fronteggiare una rissa in via Morosini tra nove persone armate di coltello, ndr) la vigilanza è fondamentale».
A multare i fumatori sono chiamate in prima battuta le Gev, ma la sensazione del Sulpl è che comunque, in caso di “animi surriscaldati” o di richieste dirette, tutto si ripercuoterà inevitabilmente sulla polizia locale: «Immagino la telefonata di un cittadino che chiede il nostro intervento in un parco perché una persona sta fumando: se non accorriamo, il cittadino si lamenterà del fatto che non facciamo il nostro dovere; se invece lo facciamo, rischiamo di arrivare quando la sigaretta è ormai spenta, perdendo comunque tempo che potremmo impiegare in altre attività. Non possiamo garantire un buon servizio in queste condizioni».
Il timore di Alex Conte è infatti che, sulla scorta del nuovo regolamento, «molti cittadini chiameranno per segnalare chi non rispetta la normativa. Per fare questo tipo di controlli ci vorrebbe molto più personale rispetto all’ottantina attualmente in servizio».
© Riproduzione Riservata