FESTIVAL DI SANREMO
Gabbani e Varese, trionfo assicurato
Il toscano sovverte tutti i pronostici e batte la superfavorita Fiorella Mannoia con il suo "Occidentali's Karma", firmato da Luca Chiaravalli e Fabio Ilacqua
Quando, pochi minuti prima delle 2, dopo l'annuncio della medaglia di bronzo ad Ermal Meta (grande testo, grande intensità), Carlo Conti e Maria De Filippi hanno finalmente ufficializzato il nome del vincitore della sessantasettesima edizione del Festival della canzone italiana di Sanremo, dagli occhi di Francesco Gabbani sono sgorgate le lacrime. Eppure il trentaquattrenne di Carrara (evidentemente non dal cuore di marmo) aveva già trionfato appena 12 mesi orsono, nella sezione Nuove proposte, con "Amen". Il callo a certe emozioni è difficile farselo, anche perché dall'altra parte del podio virtuale c'era una sorta di mostro sacro come Fiorella Mannoia, a detta dei presunti addetti ai lavori già con il successo in tasca grazie all'intensa (ancorché forse un tantino già sentita) "Che sia benedetta". Invece "Occidentali's Karma", un po' Daniele Silvestri con un pizzico di Caparezza, tormentone sapido ma dal contenuto tutt'altro che banale, ha saputo conquistare la giuria popolare, quella di qualità (per una volta finalmente presieduta da un gigante della musica contemporanea come Giorgio Moroder), e la demoscopica.
Emozione "a palla", dunque, per un ragazzo che in due anni ha saputo conquistare la principale kermesse canora italiana ben due volte. E per la seconda volta, nei trionfi sanremesi c'è tantissima varesinità. Se nel 2016 il successo degli Stadio era stato firmato da Luca Chiaravalli da Gallarate, mentre nelle Nuove proposte avevamo celebrato il casbenese Fabio Ilacqua come autore del testo di Amen (premiato come migliore del festival), quest'anno i due hanno unito le forze e portato al trionfo assoluto l'artista toscano. Chiaravalli e Ilacqua sono coautori (con Francesco e Filippo Gabbani) di "Occidentali's Karma", il primo anche direttore d'orchestra durante le cinque serate sanremesi, senza contare l'ottimo quinto posto (e il secondo nella serata dedicata alle cover) ottenuto con Paola Turci, molto convincente con "Fatti bella per te". E se consideriamo la presenza fissa di Vittorio Cosma da Comerio, un altro Maestro varesino, alle serate del Dopofestival, il successo della nostra provincia, al netto di stupidi campanilismi, è sicuramente pieno. Un dato fondamentale per mandare agli archivi un'edizione della kermesse meno deludente di quanto si temesse alla vigilia.
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