BIGLIETTO DA VISITA
Il degrado nel salotto buono
Cattivi odori, tombini zeppi di rifiuti e sampietrini rotti. La passeggiata nel centro storico “offre” anche questo
Passeggi a sguardo alto e la vista sembra la solita: un centro storico che mantiene il suo fascino nonostante il passare del tempo. Abbassi ogni tanto gli occhi e l’immagine cambia: qua e là l’usura toglie smalto al pavimento del salotto buono di Gallarate dove ci si incontra, si socializza e si propongono eventi. A questo punto tieni lo sguardo puntato a terra e il quadro peggiora: sampietrini dissestati, rischio inciampo, tombini sprofondati o zeppi di rifiuti, erba tra una fuga consumata e l’altra, cattivi odori tipici di una fognatura malfunzionante. Insomma, la Zona a traffico limitato impreziosita dal porfido e da vasoni di piante implora una massiccia manutenzione per perdere la patina di degrado sempre più notata dai gallaratesi. Un intervento che, essendo al governo del Comune il centrodestra, molti si aspettavano di vederlo almeno calendarizzato nei primi due anni di attività della giunta del sindaco leghista Andrea Cassani. Magari su spinta di Forza Italia, ben determinata per esempio a dettare le linee amministrative su Amsc, che ai tempi dell’esecutivo di centrosinistra dall’opposizione sotto il simbolo del Pdl reclamava a gran voce la pulizia di caditoie, tombini e bocche di lupo.
Aghi di pino e mozziconi. Ecco, in piazza Libertà e nelle vie don Minzoni e Mazzini a saltar all’occhio è proprio la mancata pulizia dei chiusini. Da tutti, chi più chi meno, emerge una vegetazione da sottobosco. In molti, sotto la grata, c’è un tappeto di aghi di pino, mozziconi di sigaretta, piccoli rifiuti compattati dalle stagioni. Di qui la domanda retorica: come defluisce l’acqua piovana quando precipita consistente? Infatti, gli ultimi temporali forniscono lo spessore del problema attraverso grandi pozzanghere evitabili con il buon funzionamento dei tombini. Dei quali taluni sotto il livello del pavimento con la loro cornice di sampietrini.
Il porfido sconnesso. Questo è un altro aspetto del degrado. Sempre in piazza e nelle due strade il porfido è sconnesso in diversi punti, tra i blocchetti si allarga lo spazio, alcuni pezzi sono rotti. E appunto in alcuni casi, uno in via Mazzini, in prossimità del chiusino c’è l’avvallamento. Ma se il sampietrino fuori sede può fare inciampare, mentre l’abbassamento del piano induce a timori sulla stabilità.
Dopo quindici anni. Del resto, sono trascorsi quindici anni dalla posa. Risale alla prima giunta Mucci, assessore ai Lavori pubblici l’attuale consigliere forzista Aldo Simeoni, la realizzazione del salotto buono. Nel biennio 2002/2003 fu cambiato il porfido dove già c’era e messo ex novo dove non c’era. Così fu creata la Ztl in piazza Libertà, in corso Italia, in piazzetta Guenzati e nelle vie Mazzini, don Minzoni, Turati e San Giovanni Bosco.
Cattivo odore e question time. Tralasciando il particolare che qualche politico rimane stupito dall’elevato numero di mezzi autorizzati a transitare, proprio in via San Giovanni Bosco si leva un cattivo odore che induce a pensare a guai alla fognatura. Quest’ultima rifatta in tutta la Zona a traffico limitato in parallelo alla pavimentazione. C’è poco da fare, serve una massiccia manutenzione. A cominciare da tombini, caditoie e bocche di lupo: la reclamava giustamente il Pdl in minoranza con un question time il 18 settembre 2013, riferendosi al contratto di servizio di Amsc, sicché può chiederla anche la Forza Italia in maggioranza nel 2018. Tra l’altro, il capogruppo di allora è lo stesso di oggi, Germano Dall’Igna. In più il FI ha un vicesindaco, Moreno Carù, che ha in mano i cordoni della borsa e si occupa delle partecipate. Nel frattempo qualche supporter del partito si domanda dove sia finito il vigore dell’epoca. Tanto più, come dimostra lo spartitraffico di via Pietro da Gallarate, che la vegetazione invasiva e non tagliata non riguarda soltanto il centro storico.
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