Onu
Gentiloni all'Onu: costruire società aperta, no a barriere e muri
Il premier parla di ottimismo e futuro alle Nazioni Unite
New York, 20 set. (askanews) - Il messaggio che Paolo Gentiloni vuole mandare alla comunità internazionale e agli alleati dell'Italia, Stati Uniti compresi, è molto chiaro. Stiamo affrontando un periodo molto difficile, ma la risposta alle sfide - dalle migrazioni al terrorismo fino ai cambiamenti climatici - è una: lavorare insieme e cercare di costruire ponti anziché muri o barriere. "Prevenzione non significa costruire barriere. Significa, piuttosto, realizzare lo sviluppo inclusivo e sostenibile". Nel corso del suo discorso all'assemblea generale dell'Onu, il presidente del consiglio ha ribadito, ancora una volta, "l'importanza del multilateralismo" e ha avvertito sui rischi dei populismi.
Ma non bisogna avere timore del futuro. Un futuro verso il quale Gentiloni è ottimista visto che "i segnali accompagnano la ripresa delle nostre economie e infondono speranza". Per Gentiloni è fondamentale puntare su "società democratiche, pluraliste, inclusive, aperte alla diversità" per mantenere la stabilità. Non ha voluto, in questi giorni, entrare in una confronto diretto con gli Stati Uniti, come invece ha fatto il presidente francese, Emmanuel Macron, che nel suo discorso all'Onu ha detto detto che "i muri non ci proteggono", che "è grave respingere l'accordo sul nucleare" e che l'accordo sul clima "non sarà rinegoziato".
Gentiloni ha preferito un atteggiamento più 'soft' sostenendo di "rispettare la visione di Trump, e anche se ci sono differenze" il premier ha detto che "con gli Usa prevalgono i punti di contatto". Nel suo discorso Gentiloni ha parlato dell'importanza del processo di integrazione dell'Europa.
Il presidente del consiglio ha sottolineato in questo modo come il progetto europeo sia ancora più importante in questo momento, visto che esiste "uno slancio europeo" che l'Italia sostiene e che deve "dare al mondo intero un esempio di solidarietà, progresso, benessere ed efficacia". Proprio oggi ha avuto un incontro con il premier del Regno Unito, Theresa May, su Brexit e sul processo di uscita del Regno Unito dall'Unione, mentre domani vedrà a Palazzo Chigi, il capo negoziatore sulla Brexit dell'Unione europea, il francese Michel Barnier. Tra gli incontri bilaterali ci sono stati anche quelli con la Libia, il Qatar, la Giordania e l'Egitto.
C'è poi il tema dei migranti, a cui serve una "risposta globale" e quello del terrorismo su cui si deve lavorare cooperando e non fermandosi solo alla soluzione militare, ma spingendo per il dialogo. Infine il Mediterraneo, l'Africa ("il futuro dell'Europa è in Africa") e il Medio Oriente, la Siria e la Libia che devono essere stabilizzati. Proprio sulla Libia Gentiloni ha partecipato a una riunione con il segretario generale dell'Onu Guterres e con il rappresentante speciale Ghassan Salamé. L'Italia, ha detto Gentiloni, sostiene il piano di azione delle Nazioni Unite e crede che prima dell'obiettivo delle elezioni sia fondamentale il processo di riconciliazione del Paese.
Ieri, parlando alla New York University, Gentiloni aveva citato
un discorso del presidente americano, Lyndon Johnson, che parlava di speranza. Oggi, il premier ha fatto riferimento a quella speranza e ai quei valori, parlando dell'importanza della
democrazia. "In altre fasi della nostra storia, ben più difficili di quella che viviamo, abbiamo visto questi valori arretrare. Ma sappiamo che, anche nei momenti più difficili, la democrazia può rivivere e crescere".
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