Migranti
Gentiloni: inaccettabile non attuare regole Ue relocation migranti
"Aperture a considerarle un optional non sono state avallate"
Bruxelles, 15 dic. (askanews) - Il lavoro per cercare il consenso di tutti i paesi Ue sulla politica d'immigrazione e asilo "deve proseguire", e forse sarà "più facile convincere quelli che pensano di risolvere tutto con i muri" ora che, grazie anche all'azione dell'Italia, sta calando la pressione "irregolare e ingovernata" dei flussi migratori; ma "non possiamo proseguire con un avallo alla posizione di chi dice 'non applichiamo le regole europee'", e "le aperture a considerare un 'optional' le regole europee sulle 'relocation' di migranti non sono aperture condivise dall'Unione europea". E' quanto ha affermato, in sintesi, il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, al suo arrivo al Consiglio europeo a Bruxelles, riferendo alla stampa sulla lunga discussione che i leader dell'Ue hanno avuto ieri notte, durante la cena di lavoro della prima giornata del vertice.
"C'è uno scoglio nella discussione: quello che qui si definisce la dimensione interna, e cioè le regole di Dublino, i confini interni tra i paesi Ue. Su questo, come sapete - ha detto Gentiloni ai giornalisti -, non siamo riusciti a superare in questa lunga riunione le resistenze che restano dei Paesi del gruppo di Visegrad, che rifiutano la decisione, che pure è stata presa, di obbligatorietà delle quote".
"La mia speranza - ha aggiunto il premier - è che i successi nella lotta al traffico di esseri umani, e quindi la riduzione dei flussi irregolari, renda il clima nella discussione sulle regole interne più semplice; perché è chiaro che, se non hai una pressione di centinaia di migliaia di migranti, irregolare e ingovernata, è forse più facile convincere quelli che pensano di risolvere tutto con i muri che bisogna collaborare con le 'relocation'".
Ma, ha proseguito Gentiloni, "non ci siamo ancora, sinceramente. Quindi è un lavoro che deve proseguire e che non possiamo proeseguire con un avallo alla posizione di chi dice: 'non applichiamo le regole europee'. Questo è stato molto chiaro: che aperture a considerare un optional le regole europee sulle 'relocation' di migranti non sono aperture condivise dall'Unione europea".
Quanto alla questione se si debba decidere all'unanimità, come vogliono i paesi di Visegrad e il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk, o a maggioranza qualificata, come prevede il Trattato Ue, il premier italiano ha osservato: "Io credo che l'obiettivo debba essere quello di raggiungere un consenso, perché purtroppo è proprio la vicenda delle 'relocation' che ci dimostra che non sempre le decisioni prese senza consenso poi vengono rispettate. E' inaccettabile che sia così. C'è un'arma estrema, il ricorso a un voto di maggioranza. Io - ha sottolineato Gentiloni - la considero un'arma estrema: l'Italia deve fare, e lo stesso faranno credo la Francia la Germania, ogni possibile sforzo per arrivare a una soluzione consensuale, e bisogna farlo entro quest'anno, facendo un passo avanti a giugno e poi - ha concluso - arrivando a concludere con nuove regole entro la fine dell'anno" riguardo al sistema d'asilo comune del regolamento di Dublino.
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