Germania
Germania, falso post su siriano morto scatena bufera social media
Uomo che aveva raccontato morte su facebook confessa: ho inventato
Berlino, 28 gen. (askanews) - Un post su facebook sulla morte di un rifugiato siriano in Germania ha scatenato una tempesta sui social media del Paese, che si è placata solo quando l'autore ha ammesso che si è trattato di un falso, ma è servita a mettere in luce una serie di voci incontrollate scatenate dall'afflusso record di migranti. A prima vista era tutto credibile: un 24enne siriano era in coda da giorni al freddo davanti al centro di registrazione Lageso, notoriamente caotico, anche se malato. Senza casa e senza denaro, è andato in arresto cardiaco sulla strada per l'ospedale ed è morto, secondo quanto scritto sul social media dal volontario Dirk Voltz, che lo ha soccorso. Ma Voltz si è inventato tutto, traendo in inganno non solo i media nazionali, ma anche Moabit Hilft, il gruppo di volontari per cui lavora.
"Ho agito sulla base di un rapporto fondato sulla fiducia" ha detto Diana Henniges, dell'ong, che ha confermato la notizia alla stampa prima che Voltz ammettesse finalmente il falso. In uno scambio di messaggi "live" con un amico, pubblicato online, Voltz diceva di aver chiamato l'ambulanza perchè l'uomo soffriva di "febbre alta, brividi e ha smesso di parlare". Chiedeva all'amico di trovare qualcuno che parlasse arabo per comunicare con il rifugiato, ma dopo che l'amico gli ha fornito il numero, Voltz ha scritto che era troppo tardi perchè l'uomo era morto.
Moabit Hilft ha pubblicato lo scambio di messaggi, ma non solo, ha scritto un "necrologio" su Twitter: "sei sopravvissuto a tanto, ma non al Lageso. Avevi la febbre, avevi i brividi e sei andato in arresto cardiaco. Sei morto ieri sera. Noi piangiamo". Ma quando i media tedeschi hanno cominciato a dare notizia della "tragedia", i servizi di emergenza hanno detto che non sapevano nulla del caso. Alla fine, Voltz ha confessato alla polizia che, ubriaco, aveva mentito. In un post pubblicato oggi su facebook, Voltz dice di aver capito solo il giorno dopo il danno che aveva provocato. "Volevo scuotere la gente, ma confuso dall'ubriachezza e da un esaurimento nervoso, ho scelto il metodo sbagliato" scrive, aggiungendo che mesi e mesi di volontariato lo hanno portato "sempre di più ai limiti dello stress psicologicvo e fisico".
In un editoriale il quotidiano berlinese Der Tagesspiegel afferma: "E' indicativo dei tempi sovraeccitati, a volte isterici, che viviamo, ma anche dello stato del Lageso, il fatto che così tanta gente abbia creduto subito a questa morte".
Da tempo le autorità di Berlino sono sotto attacco per le condizioni del Lageso, dove migliaia di nuovi arrivati attendono, spesso per giorni, in un cortile senza ripari per avere un colloquio con un burocrate sopraffatto dal lavoro.
Se questa presunta morte è diventata il simbolo del fallimento della Germania nell'accogliere l'ondata di migranti, un milione e centomila persone lo scorso anno, altre voci, spesso di "crimini" commessi da richiedenti asilo, continuano a circolare su internet. Molte sono messe in circolo dai gruppi di estrema destra, che alimentano le paure dopo gli assalti sessuali di Capodanno a Colonia, addebitati ai migranti. "La gran parte delle voci sono di reati sessuali. Si può fare al mappa della Germania con i luoghi in cui donne e ragazze sarebbero state assalite da migranti" scrive la Sueddeutsche Zeitung. Un esempio di storia incontrollata che circola in un clima di esasperazione, citata dal quotidiano, è quella di una donna delle pulizie in un centro di accoglienza che sarebbe stata violentata e uccisa da un gruppo di migranti, che ne avrebbero nascosto il corpo in bagno.
Molte notizie sono ignorate dai tedeschi, ma alcune hanno preso una piega più grave, diventando addirittura casi diplomatici. Come il misterioso caso della 13enne russo-tedesca che ha detto di essere stata rapita e violentata da un gruppo di immigranti. Ma a seguito di un'indagine, la polizia tedesca ha lasciato cadere le accuse. Le conclusioni delle autorità non sembrano aver convinto centinaia di russi in Germania, che hanno protestato in molte città tedesche nel weekend. Lo stesso minstro degli esteri russo Sergei Lavrov è intervenuto accusando al polizia tedesca di aver "nascosto" prove. Ma Berlino ha replicato duramente per bocca del portavoce del ministero degli Esteri Martin Schaefer: "la verità alla fine viene sempre a galla".
(fonte afp)
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