Nordcorea
Giappone non apprezza l'"apertura" di Tillerson alla Corea del Nord
Il segretario di Stato Usa ha parlato di negoziato "senza precondizioni"
Roma, 13 dic. (askanews) - L'apertura del segretario di Stato Usa Rex Tillerson a un colloquio negoziale con la Corea del Nord senza precondizioni lascia più che freddo il Giappone, che oggi si è affrettato a smorzare la portata delle dichiarazioni del numero uno della diplomazia americana e ad affermare che non c'è un cambio di politica da parte del presidente Usa Donald Trump.
"Siamo pronti ad avere il primo incontro senza precondizioni", ha detto ieri Tillerson in una riunione del forum politico del Consiglio atlantico. "Non è realistico - ha continuato - dire che parliamo solo se verranno al tavolo pronti a rinunciare ai loro programmi. Devono averci molto investito".
Questa ipotesi va apparentemente contro quanto dichiarato in precedenza dagli Usa, soprattutto da Trump, e dal primo ministro giapponese Shinzo Abe, il quale ha sempre sostenuto la linea della "massima pressione" perché Pyongyang abbandoni i suoi piani di armamento nucleare e missilistico.
"Sul fatto di incrementare al massimo livello la pressione nei confronti della Corea del Nord, l'idea dei leader (di Giappone e Stato uniti) è la stessa al 100 per cento, questo è certo", ha affermato oggi il capo di gabinetto Yoshihide Suga, che fa da portavoce del governo. "Dopo aver sentito la dichiarazione della Casa bianca secondo la quale non ci sono cambiamenti nella politica rispetto alla Corea del Nord, penso che questo basti", ha proseguito.
Un alto esponente del governo nipponico, interpellato dalla NTV, ha dal canto suo espresso la sua perplessità rispetto al fatto che le idee tra il presidente Usa e il suo segretario di Stato siano uniformi. "Non sarà un gioco di posizione da parte di Tillerson?" si è chiesto, lamentando il fatto che la differenza di pensiero del segretario di Stato Usa rispetto al suo presidente "è un profondo problema".
L'accoglienza giapponese alla posizione espressa da Tillerson fa pensare che non vi sia stata una precedente consultazione con quello che è il principale alleato dell'America nella regione e uno dei paesi più esposti alla minaccia nordcoreana.
D'altronde che la posizione statunitense oscilli tra linea dura e via negoziale è dimostrato anche da un altro passaggio, di cui ha dato notizia l'agenzia di stampa sudcoreana Yonhap: il principale esponente Usa incaricato di trattare la questione nordcoreana, Joseph Yun, potrebbe incontrare funzionari del ministero degli Esteri nordcoreano domani a Chiang Mai, in Thailandia, dove si terrà il Consiglio per la cooperazione sulla sicurezza nell'Asia-Pacifico (CSCAP). Una fonte di NK News, un sito ben informato sulle questioni nordcoreane, sostiene tuttavia che da parte nordcoreana non ci sarebbe in programma l'incontro con il funzionario del Dipartimento di Stato.
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