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Gioca a fare il boss: denunciato
Armi, soldi e belle ragazze. Giovane di 28 anni si mette nei guai
Per sentirsi un boss basta comperare una scacciacani su internet, preparare un mazzo di banconote e trovarsi un’amica che si metta in posa. A quel punto resta solo da farsi qualche fotografia con il telefonino e mettere tutto su Facebook. Un po’ come fanno i rampolli della camorra napoletana, che però sparano con pistole vere. L’idea è venuta a un ventottenne di Busto Garolfo, che ovviamente si è tirato addosso un mare di guai. Perché se uno va in giro a dire di essere un boss, prima o poi qualcuno ci crede. E poi può succedere che i carabinieri arrivino a controllare cosa ci sia di vero.
Il ragazzo ormai era entrato nel suo ruolo da tempo. Pregiudicato con piccoli precedenti per furto e spaccio, quando girava per il paese raccontava a tutti di avere una pistola e di essere entrato in un giro grosso. Storie amplificate dal contenuto del suo profilo Facebook, dove il 28enne si metteva in posa con il petto coperto da contanti e una pistola in tutto e per tutto simile a una Beretta. I carabinieri sanno che pistole simili si comprano anche in Internet, e che non sono armi vere ma giocattoli che sparano pallini di plastica o proiettili a salve che fanno solo un gran rumore. Ma ormai la figura del ragazzo cominciava a farsi ingombrante, e così l’altra mattina all’alba i carabinieri della stazione di Busto Garolfo si sono presentati alla sua porta e hanno verificato cosa effettivamente avesse in casa. La pistola c’era, ma anche se non aveva il tappo rosso previsto dalla legge poteva sparare solamente cartucce a salve. Il ragazzo aveva anche diverse munizioni e dei pugnali detenuti illegalmente. Ma la sorpresa più grande per i carabinieri è stato trovare a casa del ragazzo un pregiudicato marocchino di 34 anni, senza documenti e clandestino. Il marocchino è stato denunciato e nei suoi confronti sono state avviate le pratiche per l’espulsione: l’italiano è stato denunciato per detenzione abusiva di armi, e adesso la Procura valuterà se nei suoi confronti sarà il caso di procedere anche per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Se i veri boss di solito sono più discreti, un motivo ci sarà.
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