CRISI SENZA FINE
Giovani e lavoro, situazione drammatica
Allarme dei sindacati dopo i dati Istat (il 40% è a casa): «Esaurito l’effetto benefico del Jobs Act: non si assume»
Ancora troppi giovani senza lavoro: il grido d’allarme arriva anche dal territorio, all’indomani della pubblicazione dei dati Istat che fotografano una situazione difficile per le nuove generazioni. Il tasso di disoccupazione complessivo si fissa al 12 per cento, ai massimi da giugno 2015, mentre quello dei giovani tra i 15 e i 24 anni torna sopra quota il 40. E qui si annida la massima preoccupazione anche nel Varesotto: secondo il sito camerale Osserva (dati 2015) in provincia risultava disoccupato il 32,1% nella fascia 15-24, il 10,6% fra 25-34 anni, solo il 6,6% dai 35 anni in su (ma siamo al 23,3% nella zona 15-29 e al 23,4% fra 18 e 29). In media il totale si ferma al 9%. «Ma il fatto che a livello nazionale si sia sfondato il 40% di disoccupazione giovanile è molto grave - commenta il segretario generale della Cgil di Varese Umberto Colombo -. Una volta venuti meno gli sgravi fiscali del Jobs Act le assunzioni sono calate.
Deve farci riflettere che questa situazione si registri quando i giovani hanno il livello di istruzione più alto di sempre». Il numero uno del maggior sindacato sottolinea in questo senso l’importanza delle due università, l’Insubria e la Liuc: «In provincia abbiamo questo enorme potenziale migliorato negli anni: giusto puntare a livelli di istruzione elevati, ma con lo sforzo dell’intero territorio. Dobbiamo costruire oggi le condizioni perché ci siano possibilità di sviluppo occupazionali, senza costringere le nuove leve ad andare in altre zone o addirittura in altri stati».
Un fronte su cui i sindacati sono uniti: la Cisl dei laghi invita però a considerare che «i dati Istat sono discutibili perché raggruppano i giovani dai 15 anni, quando molti sono alle superiori - sottolinea il segretario Gerardo Larghi - Resta il problema dell’accesso dei ragazzi al primo lavoro: bisogna accompagnarli potenziando il dialogo scuola-aziende, puntando sui contenuti formativi e i curricula, come abbiamo fatto nell’accordo sull’apprendistato sottoscritto per artigianato e commercio».
Decisiva poi la formazione continua, «visto che ogni cinque anni le conoscenze diventano obsolete. Bisogna mettere in campo una rete trasversale che faccia incontrare tutti gli attori. Solo il lavoro crea lavoro».
Non bastano leggi e iniziative istituzionali. Per il segretario Uil Antonio Massafra, «si sono esauriti gli effetti dei 10 miliardi di decontribuzione. I pochi giovani che entrano trovano lavori a tem
Servizio completo sulla Prealpina di giovedì 2 febbraio
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