GIUNTA
«Giuda suicida, Cristo risorto»
Bocciato per la presidenza, Farioli replica a chi l’ha tradito ma si chiama fuori dal giro degli assessorati: «Triste spettacolo, ora si pensi alla città». Intanto s’ipotizza un rimpasto: Rogora in bilico
Gigi Farioli, da semplice consigliere e non presidente del consiglio comunale, è davanti a una svolta. Politica e di vita. Eppure lui non fa drammi. S’infervora, ma resta sereno
Non andrà a finire che entrerà in giunta?
«Dico in pubblico quello che dico in privato, quindi non sarò assessore. Anche il sindaco sa che non sarebbe opportuno per lui e la città».
Brucia quello che è successo in aula?
«Brucia l’aver visto uno spettacolo indecoroso, non degno della storia di Busto e della signorilità liberale con cui ho gestito la seduta. È una delle pagine più drammatiche scritte dall’antipolitica. La peggior politica politicante, con i giochetti di bassa lega fra opposizione, sedicente civismo e Lega. Mi auguro che sia il primo e ultimo esempio del genere e che nessuno si faccia prendere dalla tentazione di trasformare beghe di cortile e rancori in altre negatività».
Cosa pensa di Mariani presidente?
«Gli auguro buon lavoro. Però, come avevo detto prima del voto, salvaguardare la democrazia significa difendere il bilanciamento fra democrazia diretta e rappresentativa. L’altra sera è successo qualcosa che va contro il volere dei cittadini che chiedono di discutere del loro futuro lavorativo, sanitario, imprenditoriale e strategico. Trieste osservare certe cose, come i sedicenti civici prodursi nella peggior demagogia».
Perché ha definito la sua non elezione una “liberazione da una croce”?
«Perché non ho chiesto di fare il presidente e infatti non mi sono candidato, ma lo hanno fatto altri. Da credente, comunque, lo ritengo un atto provvidenziale. Io non mi presterò mai ad alcun giochetto, faccio così da oltre 40 anni».
Possiamo dire che lei è stato tradito?
«Vi dico solo che Giuda si è suicidato mentre Cristo è risorto. Ma va aggiunto che ci sono vari traditori: Giuda, appunto, non ha visto possibilità di redenzione. Pietro, invece, ha saputo convertirsi e diventare padre della chiesa».
Ad Antonelli che dice?
«Che sono al suo fianco. E che, invece di prodursi in muscolari bracci di ferro, ora deve anteporre solo l’interesse della città».
Che farà Farioli senza una poltrona stipendiata dopo che per una vita ha fatto della politica anche una professione?
«Chiariamo: io non ho mai confuso interesse pubblico e privato. Infatti la politica per me non è stata professione, ma una passione esclusiva vissuta con professionalità. E comunque fino al 5 giugno ho rifiutato ogni offerta di lavoro, ma da quella data ho una mia partita Iva e lavoro».
E pensare che se avesse annullato quella scheda con scritto “Valerio”...
«Lo so, ma credo di aver dato una testimonianza di stile e di servizio alla democrazia».
Sul fronte politico, intanto, di certo la resa dei conti non è finita qui. Forse neppure dentro la giunta stessa. Perché nelle ore successive al patatrac consiliare, al di là del tentativo di eliminare Paola Reguzzoni e Giampiero Reguzzoni dall’orizzonte politico cittadino, anche la posizione dell’assessore Max Rogora (delegato alla polizia locale e alla viabilità) si è fatta delicatissima e traballante.
Dal punto di vista politico, infatti, Rogora è l’esponente dell’esecutivo fin da subito indicato come colui che avrebbe dovuto lasciare il posto a Gigi Farioli nel caso non fosse stato eletto presidente del consiglio comunale. Anche se lo stesso ex sindaco ha ribadito di non ritenere opportuno un suo ingresso in giunta, preferendo restare alla finestra e fare il semplice consigliere. Difficile che possa ripensarci, ma per adesso il posto viene tenuto in caldo.
In ogni caso resta l’aspetto (chiamiamolo così) personale a tenere sempre sotto pressione il reggente delle questioni al comando dei vigili. Fra i tre leghisti in squadra (gli altri sono Stefano Ferrario e Isabella Tovaglieri) lui viene infatti ritenuto quello più vicino a Paola Reguzzoni. Non è un suo fedelissimo, però rispetto agli altri due è colui che le ha sempre espresso - anche ultimamente - stima e riconoscenza. Di questi tempi l’atteggiamento non porta punti bensì guai. Ed è dunque per questo motivo che Antonelli tiene la sua posizione sotto attenzione e partirebbe da lì nel caso fosse necessario un rimpasto lampo. Una situazione che l’irriducibile Max ha ben capito e che sta cercando di gestire andando avanti a lavorare senza creare tensioni. Anzi, ha aperto la giornata postando sul suo profilo Facebook una foto che lo ritrae sorridente assieme al primo cittadino e accompagnata da una scritta che dice tanto: «Non so come andrà a finire... Comunque grazie lo stesso Emanuele...».
Fatto è che nelle scorse ore sia il gruppo di Forza Italia sia il nuovo commissario della sezione leghista Marco Colombo hanno avuto dei colloqui il cui succo porta nella stessa direzione: per i forzisti oggi le posizioni vanno riequilibrate colorando le poltrone d’azzurro, per i padani il pasticcio combinato da qualcuno merita un passo indietro. Tradotto: se serve un posto in più ad Fi, va trovato e va concesso. E quel posto è appunto quello attualmente occupato dal “re del mercato”. E chissà che non si richiami in causa quel Francesco Iadonisi che ha certamente contestato in modo plateale l’esclusione del suo gruppo dalla giunta, ma resta uno dei protagonisti della candidatura di Antonelli. A questo punto, tutto può succedere.
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