DANDY BOSINO
Gli sposi casual e l’Avvocato
Sono prossimi alle nozze. Hanno scelto, provato e riprovato il vestito per la cerimonia. E allora? Auguri e figli maschi, che altro dire... Qualcosa da dire c’è. Hanno ordinato, entrambi, un paio di scarpe bianche da tennis che indosseranno nel giorno del matrimonio al termine del rito (civile o religioso non so), dopo lo scambio degli anelli. E la curiosità che offre lo spunto per cavalcare un nuovo tema - nuovo neanche troppo - sul vestire con gusto e originalità, è che personalizzeranno le sneakers bianche con borchie, spille, piccole stampe. Questo retroscena me lo rivela una coppia di negozianti varesini del settore moda ai quali si sono rivolti, appunto, i nubendi casual per trasformare le scarpe da tennis. Sposi eccentrici? Se sì, non solo loro. È di tendenza, potrebbe essere la nuova frontiera del look: personalizzare i capi, dalla giacca alla camicia, dalla pochette nel taschino alle scarpe. E come si fa materialmente? Uno s’inventa sarto? Non è necessario saper prendere le misure (a volte nella vita serve di più saper prendere le distanze...). Sì perché i negozi e gli empori, oggi, già offrono la possibilità di caratterizzare, a discrezione del cliente, l’articolo standard, fornendo così un prodotto non più omologato. L’esempio è quello delle famose e intramontabili scarpe da tennis di tela, col logo rotondo e stellato sulla caviglia interna (nel caso delle alte). Ci si può sbizzarrire nello stravolgerle, aggiungendo spille, borchiette e chi più ne ha più ne metta, facendole diventare uniche, identitarie. La fantasia al potere. Se un tempo l’omologazione perfetta era stile; oggi lo è la moda imperfetta, riveduta e corretta in chiave molto personale. My friends, avete un abito bello che mettete da anni e che vi fa sentire bene? Provate a personalizzarlo - che ne so - con una spilletta (possibilmente non del club esclusivo o del partito politico) che dica qualcosa di voi, dei vostri interessi, dei vostri gusti. Ma è solo un esempio. Vestire è anche, soprattutto comunicare. Esprime la personalità: rigida, versatile, ribelle, conformista, piatta, allegra. L’avvocato Gianni Agnelli lo ha fatto per una vita con risultati (quasi) sempre ottimi. Il fazzoletto nel taschino, che era un must dell’eleganza già negli anni ‘60, lui lo ha “agnellizzato” facendolo spuntare in modo traboccante, quasi stropicciato. Agli abiti impeccabili aggiungeva un accessorio (l’orologio sopra il polsino era forse il meno gradevole); alle uscite per vedere la partita in tribuna sfoggiava a volte uno stile fortemente casual o misto casual-chic (pantaloni eleganti sopra a scarponcini da montagna). Era un creativo. In tutto. E lo disse, non a proposito di vestiti e auto, ma del «piacere». «Ah, non me lo sono certo fatto mancare. Il vero piacere è un atto creativo. Un piacere senza creatività è di una noia mortale». Sigla musicale per chiudere? Mandiamone una che ironizza sulle passerelle: «Quante belle fotomodelle lucidate come le piastrelle». (Francesco Baccini)
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