FEGATO
Grassi, zuccheri e rischio steatosi epatica
Un italiano su quattro ha il «fegato grasso», ovvero soffre di steatosi epatica non alcolica, una patologia che predispone alle malattie croniche di fegato, fino alla cirrosi, e alle malattie cardiovascolari.
La colpa è delle diete sbagliate, troppo grasse e piene di zuccheri, e anche degli effetti che questi squilibri alimentari hanno sulla flora intestinale, il microbiota. Si tratta, spiegano in una nota gli esperti della Società italiana di gastroenterologia e endoscopia digestiva (Sige), di un’epidemia di fegato grasso, visto che al momento è la più comune malattia di fegato nel mondo, presente nell’80, 90 per cento degli obesi e nel 30, 50 per cento dei diabetici.
Il «fegato grasso» - cioè le cellule epatiche piene di trigliceridi - è «figlio» di una dieta esagerata in grassi e calorie, tipica dei regimi dietetici occidentali che si sono troppo discostati dal regime dietetico amico della salute per eccellenza, quello mediterraneo.
Secondo stime americane, entro il 2030 il fegato grasso sarà la principale causa di cirrosi e la prima di ricorso al trapianto di fegato, superando le epatopatie croniche da virus dell’epatite B e C e la cirrosi alcolica.
In questo ambito è però importante anche il ruolo del microbiota intestinale, che viene totalmente squilibrato da diete scorrette e che, di rimando, altera il metabolismo degli zuccheri e dei grassi e quindi predispone a sovrappeso - obesità, in particolare a livello viscerale, all’insulino-resistenza, al diabete, alle patologie cardiovascolari, ai tumori e, appunto, alla steatosi epatica non alcolica. Il rimedio è a portata di mano: la dieta mediterranea, che aiuta anche a «coltivare» una sana flora intestinale.
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