MILANO
Guardiani sociali di Adrian Paci
Una mostra più che suggestiva. Da percorrere con ritmo lento nel complesso museale carico d’arte antica dei Chiostri di Sant’Eustorgio a Milano, incontrando qua e là la creatività contemporanea di Adrian Paci (1969). Il famoso artista albanese, radicato da vent’anni nella metropoli, presenta un nucleo di opere di stagioni diverse per la mostra «The Guardians» curata da Gabi Scardi. La sua poetica nasce dall’attenzione alle dinamiche sociali contemporanee, al significato simbolico dei gesti, alle possibilità interpretative delle immagini.
Avviandoci verso il luogo del miglior Rinascimento lombardo, la Cappella Portinari, ci imbattiamo nel dittico fotografico «The Line», una fila di persone bloccate su una pista di decollo deserta in attesa di un aereo che non c’è; quindi lo scatto «The Encounter» mostra il moltiplicarsi del gesto della stretta di mano sul sagrato di una chiesa in un rituale simbolico senza tempo.
Nel video «My song in your kitchen», girato in un centro per migranti, le attività quotidiane del cantare o cucinare diventano memorie capaci di trasformare un luogo impersonale in uno spazio di relazioni. Entrati nella Sacrestia monumentale il tema del viandante diventa storia personale dell’artista che si ritrae nella scultura «Home to go», in cui, chino e spoglio di tutto, si carica sulle spalle il tetto di una casa.
E nella cappella - dove in fondo s’innalza la gotica arca di San Pietro martire, la cui storia è raccontata dal Foppa negli affreschi con l’epilogo del martirio - passa il video-ritratto di un uomo sradicato, «Klodi», costretto a vagare per anni in un periplo drammatico e assurdo di conclusione ignota. Un’innaturale fissità ha invece l’immagine dei due fratelli estrapolata da un filmato d’archivio albanese e tradotta in uno straniante mosaico.
Passando al cimitero paleocristiano sotterraneo gli scatti «Malgrado Tutto» riprendono i graffiti presenti sulle pareti delle celle di un monastero albanese che funse da prigione, oggi evocanti il dramma della dittatura. Ma l’opera più suggestiva e poetica ci è parso il video «The Guardians», che tra antiche lapidi paleocristiane racconta di un cimitero cattolico dismesso durante la dittatura animato da bambini pagati per mantenerlo in ordine. Riemersi, si va verso il Museo Diocesano «Carlo Maria Martini» con il video Rasha nato dall’incontro di Adrian Paci con una donna siriana recentemente approdata in Italia la cui storia è più che mai leggibile nell’espressione del suo volto.
Adrian Paci, «The Guardians»: Milano, Chiostri di Sant’Eustorgio, piazza Sant’Eustorgio 3, sino al 25 giugno da martedì a domenica 10-18, 6/4/3 euro, 02.89420019.
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