IL CASO
“Guerra” della spesa, Ticino al contrattacco
Aperture festive per scoraggiare la corsa in Italia. Ma il commercio di Luino non teme ripercussioni: «Gli svizzeri vengono qui»
Gli svizzeri continuano a prediligere i supermercati di Luino e Ponte Tresa per la spesa, una situazione che il Canton Ticino sta provando ad arginare con diverse contromisure. Ultima in ordine di tempo è quella che riguarda le aperture straordinarie dei negozi di ogni genere nel periodo prenatalizio. Il Dipartimento delle finanze ticinese (Dfe) ha infatti autorizzato a tenere aperte le saracinesche oltre confine nei giorni di venerdì 8 dicembre, dalle 10 alle 18, domenica 10 dicembre, stesso orario, domenica 17 nelle medesime ore e la vigilia di Natale dalle 10 alle 17. Nella stessa delibera, l’ufficio cantonale ha ricordato le principali disposizioni della legge federale sul lavoro che stabiliscono che il datore non può occupare il lavoratore la domenica senza il suo consenso; ogni lavoratore deve dunque firmare il proprio consenso al lavoro domenicale. A parte questa norma, che è solo una delle tante in materia di lavoro straordinario oltre confine, resta da valutare il pensiero di chi riceve nei negozi del Luinese o di Ponte Tresa i clienti elvetici che varcano il confine ormai d’abitudine per fare shopping, affezionati ai negozi e al supermercato di riferimento. «Non credo che le aperture programmate per dicembre cambino molto il flusso di ticinesi che viene qui - spiega il gerente di un centro commerciale di Luino -. I nostri numeri di clienti svizzeri sono alti e stabili, lo vediamo dalle fatture che tornano indietro». Già, perché oltre ad avere la convenienza di prezzi più bassi rispetto alle attività commerciali del cantone, i clienti che vengono da oltre frontiera possono richiedere il recupero dell’Iva. «Fanno spese sempre sopra i 150 euro per motivi fiscali - conferma un altro direttore di un nuovo punto vendita a Luino -. Comprano prodotti già a prezzi concorrenziali, in più ottengono il recupero dell’Iva e acquistano prodotti in profumeria, creme, saponi e altro che, a conti fatti, costano alla fine davvero poco rispetto a quanto paga anche un italiano. Le aperture straordinarie non cambieranno molto perché chi viene qui lo fa per il prezzo. La qualità? C’è anche in Ticino, ma qui si possono trovare prodotti, soprattutto in periodo natalizio, che dall’altra parte non sempre è possibile avere. A questo si aggiunge che molti che arrivano qui sono italiani di origine e cercano magari prodotti tipici che non trovano sugli scaffali di Agno, Mendrisio o Lugano».
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