A MILANO
Hayez: il bacio si fa in tre
Il Bacio si fa in tre. Icona dell’amore romantico e sensuale ma insieme manifesto degli ideali del Risorgimento, l’opera più nota del pittore veneziano, ma milanese di adozione, Francesco Hayez (1791-1882) è presentata nelle tre versioni realizzate dall’artista in occasione della monografica delle Gallerie d’Italia: oltre cento lavori, tra dipinti e affreschi selezionati dal curatore Fernando Mazzocca, per la più completa rassegna a oltre trent’anni da quella milanese del 1983. Un secolo di storia, quello attraversato dal pittore morto novantenne, raccontato con un linguaggio in cui l’Italia poteva riconoscersi, tanto da consacrare Hayez «cantore della bellezza, dell’amore e dei valori risorgimentali», come scrive Mazzocca in catalogo. Con stile e perizia impareggiabili, senza mai essere retorico, Hayez ha sperimentato tecniche e generi differenti, dalla pittura storica al ritratto (celebre quello di Manzoni), dalla mitologia alla pittura sacra, alla potente sensualità dei nudi femminili. Si è confrontato con la scultura di grandi maestri come Canova (in mostra la strepitosa «Maddalena») e ha dato voce alle attese e alle inquietudini del Risorgimento in opere allegoriche come «Malinconia» e «Meditazione», di cui sono presentate insieme le diverse versioni, in un confronto suggestivo soprattutto nel caso delle tre edizioni del «Bacio». La prima, con la ragazza strizzata in un vestito di seta azzurra che a un irriverente Carlo Carrà sembrò di latta, fu presentata a Brera (nella cui Pinacoteca è custodita dal 1886) nel 1859, in occasione della grande esposizione a tre mesi del trionfale ingresso in Milano del futuro re d’Italia, Vittorio Emanuele II e di Napoleone III. La seconda, inviata all’Esposizione Universale di Parigi del 1867, fu interpretata come metafora dell’alleanza tra Italia e Francia all’epoca delle guerre di indipendenza (le vesti e il drappo bianco riprendono i colori delle due bandiere); mentre la terza, con la ragazza vestita di un lucente abito di seta bianca, fu commissionata nel 1861 da un industriale londinese ed è riapparsa sul mercato antiquario solo nel 2008. A corollario la presentazione dei disegni del maestro all’Accademia di Brera, nelle cui aule a lungo insegnò contribuendo alla formazione della Pinacoteca.
«Hayez» - Milano, Gallerie d’Italia, fino al 21 febbraio da martedì a domenica ore 9.30-19.30, giovedì 9.30-22.30, 10/8/5 euro, 800.167619, catalogo Silvana.
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