IL CASO
«Ho detto no ai cinesi»
Il titolare di un’azienda di Lonate rifiuta l’offerta di acquisto presentata da una delegazione asiatica. La Cos.Me.L. ha 30 dipendenti ed è in crescita
Se c’è una cosa che non manca agli uomini d’affari cinesi sono i soldi. Hanno la possibilità di mettere sul tavolo assegni in bianco, pur di riuscire a comprare ciò che ritengono utile al loro business. Il metodo è abbastanza conosciuto. Ma non sempre va a buon fine. Può anche capitare che i distinti manager dagli occhi a mandorla si trovino di fronte un imprenditore artigiano che ha fatto della sua azienda la sua vita e che non venga conquistato dal suono delle monete. L’imprenditore, in questo caso, è varesino. Si chiama Trasparano La Cognata e da 38 anni è il titolare di Cos.Me.L, azienda specializzata in carpenteria e lavorazioni meccaniche di alto profilo. Un’azienda che nel giro di qualche anno è passata da 12 agli attuali 30 dipendenti, non perdendo mai di vista una regola d’oro: investire anche nei momenti più complicati.
E i cinesi in azienda a Lonate Pozzolo sono arrivati un paio di anni fa, proprio durante uno di quei momenti complicati. «Un nostro cliente - racconta La Cognata - ci ha chiesto di far vedere l’azienda a una delegazione di manager ed imprenditori cinesi. Tutte persone molto educate, distinte ed estremamente interessate al nostro lavoro. Ne sono rimasti affascinati a tal punto che, al secondo incontro, ci hanno offerto di comprare l’azienda». Per La Cognata e la sua famiglia è stata una richiesta assolutamente inaspettata. «Sono riusciti a stravolgermi l’esistenza per qualche mese - ricorda l’imprenditore artigiano - perché la tentazione di risolvere in un attimo tutte le difficoltà che affrontiamo quotidianamente c’è stata». Ma alla fine ha rifiutato. «E non per un problema di cifre - spiega - dal momento che non avevano posto limiti in tal senso». Quello che è scattato, dice lui stesso, «è l’orgoglio italiano che abbiamo io e la mia famiglia - sottolinea - Abbiamo costruito il nostro know how in quasi quarant’anni di attività ed è un patrimonio prezioso che non intendiamo vendere a nessuno». La Cognata, insomma, è orgoglioso della sua creatura e di come è riuscito a farla crescere in questi anni. «La verità - conclude - è che in tutto il mondo c’è una grande fame di italianità. Dobbiamo imparare a valorizzarci».
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