SERIE A
Hollis e il tesoretto
Mercato chiuso sotto agli 800mila preventivati per il “monte-ingaggi”
Varese e Damian Hollis sono ancora divisi dall’ultima firma, ma non c’è più nessun dubbio sul fatto che la 29enne ala di passaporto ungherese sarà l’ultimo pezzo del puzzle biancorosso versione 2017-18. Un dettaglio formale che non modifica la sostanza di una operazione ormai definita: di fatto lo staff tecnico - che per due mesi e mezzo ha lavorato alacremente sullo scouting - è in vacanza fino al 16 agosto dopo aver già lavorato sulla composizione del “libro degli schemi” per la stagione 2016-17. Mentre il d.g. Claudio Coldebella potrà dedicarsi ad altri aspetti della vita societaria dopo l’esaurimento degli impegni relativi alla campagna acquisti.
Chiusa peraltro in largo anticipo rispetto alle ultime quattro stagioni - rispettivamente 11 agosto, 20 agosto, 7 agosto e 13 agosto le date degli ultimi acquisti dal 2013 al 2016 - ma soprattutto con una sensibile riduzione dell’esborso rispetto al monte stipendi netto del 2016-17.
L’arrivo dell’ala ungherese - a cifre inferiori rispetto a quelle proposte a Christian Eyenga - ha permesso di incrementare il risparmio rispetto all’ipotesi di spesa iniziale fissata attorno agli 800mila euro. Un “tesoretto” che potrebbe tornare utile qualora dovessero emergere necessità di interventi durante la stagione 2017-18 senza costringere dirigenza e proprietà a ulteriori sforzi dopo gli extrabudget indispensabili per ottenere la salvezza nella stagione passata.
Molte delle fortune della Varese che verrà dipenderanno proprio da Hollis, unico giocatore con le stimmate della punta in un roster ricchissimo di colletti blu. «Ma Damian è un giocatore in grado di “spaccare” il campionato se si riesce a trovare la chiave giusta per tenerlo acceso - è il parere di Fabio Corbani, il primo allenatore a portarlo in Italia nel 2013-14 a Biella - Hollis non vale meno di Amath M’Baye (ala vista nel 2016/17 a Brindisi che nel 2017/18 giocherà a Milano, ndr) a Cantù ha sofferto la competizione con i compagni che è normale nelle squadre di alto livello, ma quella di Varese dove avrà spazio da protagonista può essere la situazione ideale per esaltarne il talento». Concetti sostanzialmente analoghi a quelli espressi ieri su queste colonne dal patron di Brescia Matteo Bonetti, che hanno indotto la società di piazza Monte Grappa a dare la chance della definitiva consacrazione in serie A all’atleta del 1988, preferito nel ballottaggio finale tra i 3 giocatori “raggiungibili” per costi e visibilità allo svedese Chris Czerapowicz e al serbo Tadija Dragicevic. E per la Varese da corsa e da battaglia costruita dall’asse Coldebella-Caja-Bulgheroni, dotarsi di un “solutore” dei rebus a difesa schierata potrebbe comunque risultare la mossa giusta…
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