Cina
HRW: la Cina "scheda" il Dna degli uiguri dello Xinjiang
Denuncia dell'organizzazione non governativa
Roma, 13 dic. (askanews) - La Cina cerca di rafforzare il controllo sullo Xinjiang, l'instabile provincia occidentale a abitata dalla minoranza uigura di religione musulmana, raccogliendo campioni di Dna, impronte digitali e altri dati biometrici dei residenti. L'ha denunciato oggi l'organizzazione non governativa Human Rights Watch.
La provincia, in cui vivono più di 10 milioni di uiguri di religione musulmana, è una delle più instabili della Repubblica popolare. Gli autonomisti uiguri per il Turkestan orientale hanno messo in atto negli ultimi anni attentati e azioni dimostrative e Pechino solitamente parla rispetto a loro di terrorismo.
I dati biometrici, tra i quali anche la scansione dell'iride, verrebbero raccolti - secondo HRW - su tutti i residenti dall'età di 12 ai 65 anni negli annuali esami medici nell'ambito di un'iniziativa denominata "Visite mediche per tutti". Non è chiaro se i partecipanti all'iniziativa siano informati della volontà del governo di Pechino di raccogliere i loro dati sensibili. Apparentemente non c'è la possibilità di esimersi.
"Le autorità dello Xinjiang dovrebbero rinominare il loro progetto di screening medico 'Violazioni della privacy per tutti', dal momento che il consenso informato e una reale scelta non sembrano parte di questi programmi", ha commentato Sophie Richardson, direttrice della Cina per HRW. "La conservazione obbligatoria dei bio-dati di un'intera popolazione, compreso il Dna, è una palese violazione delle norme internazionali sui diritti umani ed è anche più disgustosa visto che è fatta surrettizionale, sotto le mentite spoglie di un programma per la salute".
Lo schema di questa raccolta di dati biometrici non è neanche particolarmente segreto, visto che le linee guida sono pubblicate in un documento ufficiale - "Linee guida per la Regione su un'accurata registrazione e verifica della popolazione" - disponibile suil sito internet della città di Aksu. HRW ha pubblicato una traduzione non ufficiale sul suo sito internet.
Secondo i media di stato cinesi, il programma quest'anno è partito a luglio, per esere completato a ottobre 2017. Pechino sostiene che il programma è diretto a un "processo decisionale scientifico" per promuovere la lotta alla povertà, una migliore gestione e la "stabilità sociale".
In base alle linee guida, differenti autorità fungono da centri di raccolta dei dati. I quadri di partito e la polizia sono responsabili delle fotografie, delle impronte digitali e della scansione dell'iride, oltre che dell'hukou (registrazione delle famiglie). Usano app per smartphone progettate all'uopo per questa funzione. Invece le autorità sanitarie si occupano di raccogliere il Dna e i campione di sangue per il gruppo sanguigno. Anche questi dati sono alla fine inviati alla polizia.
Pechino ha acquistato le apparecchiature per effettuare il sequenziamento del Dna in questo programma da una società americana, la Thermo Fisher Scientific, secondo HRW. Interpellata sull'argomento, la compagnia ha rifiutato di "condividere informazioni sui clienti o sui loro acquisti", ha sostenuto che "data la natura globale delle operazioni, non è possibile monitorare l'uso o l'applicazione di tutti i prodotti" affidandosi così alla speranza che "tutti i clienti agiscano in accordo con regolamenti appropriati e alle migliori pratiche industriali".
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