CALCIOSCOMMESSE
I boss erano a Busto
Dalle parole dei titolari dell'inchiesta catanzarese emerge un ruolo chiave dei dirigenti occulti Pro Patria in un sistema che andava ben oltre la sola frode sportiva. Ore d'angoscia per il futuro della squadra
L’intero sistema corruttivo ruotava intorno all’asse Pro Patria-Neapolis. E i fili li tiravano Mauro Ulizio e Massimiliano Carluccio, due soci occulti del club biancoblù.
Lo ribadisce il procuratore capo della Dda di Catanzaro Vincenzo Antonio Lombardo: "Abbiamo scoperto che si erano costituite due associazioni che avevano come obiettivo la frode sportiva".
Già, perché Ulizio - che sulla carta risultava essere direttore sportivo del Monza - aveva ramificazioni strategiche ovunque, anche in Lega Pro. Lo si evince dalle intercettazioni che svelano il giallo di una squalifica piuttosto soft del figlio Andrea. Nell’incontro in trasferta a Cremona, il calciatore era stato protagonista di un fallo, a quanto pare “doloso”, mirato, con l’inevitabile espulsione, a far perdere il team bustocco. L’indomani, ossia il 16 dicembre, al padre inviò messaggi eloquenti, in cui gli domandava di "fare una telefonata in Lega" affinché ottenesse non più di una giornata di stop. Il motore delle conoscenze si sarebbe attivato subito. Poche ore più tardi, al telefono con il direttore sportivo Fabio Tricarico, Ulizio senior si faceva vanto del suo successo. "Se l’è cavata, ho fatto una telefonata". "Minimo ne prendiamo due o forse tre, ho pensato", risponde Tricarico sorpreso. Più tardi ad Andrea spiegherà che il suo uomo fa parte della commissione della Figc e che lavora anche a livello di Champions League, "di serie A".
Ma la potenza di Ulizio senior si estende anche in campi insospettabili. Sempre sulla base degli atti, si scopre che il figlio Andrea avrebbe preso la patente proprio grazie al papà: il manager sportivo avrebbe rifilato 2650 euro a un funzionario della motorizzazione civile. Già, perché durante l’esame di guida il ragazzo avrebbe scambiato la batteria per un radiatore.
E fosse tutto qui. "Poi l’istruttore mi fa: cosa ci metti nel radiatore?" racconta tutto orgoglioso al paparino, "io gli ho detto l’olio" e giù grasse risate. "Una figura col motore ho fatto, e lui mi diceva “ma questo nelle schede non l’hai mai trovato?” e io no, non l’ho mai trovato".
Inquietano però i picchi criminali contestati a Ulizio senior, Carluccio e poi ad altri tre indagati ossia Marcello Solazzo, Massimo Cenni e Raffaele Pietanza, tutti personaggi vicini a Carluccio. Il gruppo risponde di sequestro di persona e scopo estorsivo. Al centro un presunto debito di un finanziatore di combine dell’Est.
Il fatto sarebbe accaduto nelle campagne di Gatteo. Carluccio chiama Ulizio e gli dice "ne ha prese tante, ma tante... te lo giuro. Adesso c’è Bobo in macchina con loro, noi avanti, gli altri dietro. Non ha un euro". "Come?", gli risponde l’altro. "Se non facevo quello che ho fatto secondo me non si risolve. Si sono messi a piangere". E a quanto pare individui così spregiudicati gestivano la Pro Patria nell’ombra. Senza che mai nessuno si fosse accorto dei loro giri poco trasparenti.
Ed è questa la nota forse più dolente della vicenda, perché ora c’è da chiedersi se - dal punto di vista della giustizia sportiva - pagheranno gli indagati da soli o se invece verrà travolta anche la parte sana del calcio bustocco. Di certo i tifosi si aspettano la testa di quelle figure verticistiche che avevano quantomeno subodorato il business delle partite vendute e che non avrebbero mosso un dito per bloccarlo, magari denunciando il fatto. Se gli atti non fotografano un abbaglio investigativo, Tricarico sarebbe stato a conoscenza di pratiche dubbie (vedi intercettazione sulla ribellione di Serafini al sistema). E Mauro Ulizio? Era un dirigente? Non agli atti, ma l’ordinanza lo indica come dirigente di fatto. Oltretutto Ulizio e altri suoi interlocutori parlano spesso di presunti accordi economici e di dissapori con il presidente Pietro Vavassori. Tutto questo per arrivare a cosa?
A capire se la squadra verrà retrocessa o se riceverà soltanto punti di penalizzazione.
Una questione che andrà risolta entro l’estate, prima cioè dell’avvio dei campionati. Intanto oggi Vincenzo Melillo, l’ormai ex portiere, verrà interrogato in carcere.
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