I Legnanesi e la maglia Pro
In milletrecento al Sociale per la Teresa e la Mabilia. E si scatena il derby fra le città: Farioli punzecchia Centinaio
La combinazione Busto-Legnano non ha tradito le attese: ha generato il pienone per due sere consecutive al Teatro Sociale, ha divertito i quasi 1.300 spettatori che hanno scelto di gustare il nuovo spettacolo dei Legnanesi, ha scatenato l’effetto domino della solidarietà voluta dall’Associazione Amici di Alessandro Colombo, ma non ha evitato neppure le frecciate fra “cugini”.
Un derby dalle origini calcistiche che si sintetizza proprio nella “provocatoria” consegna della maglia della Pro Patria ad Antonio Provasio (la Teresa), effettuata dalla vicepresidentessa Patrizia Testa, per simboleggiare un’amicizia che non può prescindere dalle scaramucce. «Che bella, ci sono anche le firme, non immaginavo che i calciatori tigrotti sapessero scrivere», ha esclamato il capocomico. Ed è stata questa solo la fine di una performance che non ha risparmiato - oltre al divertimento - anche i riferimenti alla divisione campanilistica.
D’altronde già in fase di presentazione il livello dell’ironica contesa era stato alto. Non sempre accettato con spirito, con il sindaco di Legnano, Alberto Centinaio, che non aveva gradito gli eccessivi elogi che Provasio aveva esternato a Gigi Fariolisino ad auspicare la necessità che «anche la mia città abbia un primo cittadino così, mentre Centinaio dovrebbe disciularsi». Incidente diplomatico risolto sottolineando la voglia di alleggerire il clima e dando la colpa alla Prealpina. Fatto sta che l’altra sera Farioli non ha buttato la polvere di quel dissidio sotto il tappeto, ma l’ha sparsa a piene mani. Fin dal discorso di apertura: «Darò una pergamena di ringraziamento ai Legnanesi per il legame con Busto, ma non qui bensì in Comune, quando inviterò anche il collega Centinaio perché noi siamo accoglienti». E ancora, quando la Teresa ha messo in dubbio le capacità grammaticali dei biancoblù, ancora Farioli ha sghignazzato: «Certo che sanno scrivere, sono venuti a studiare a Legnarello, dal sindaco».
Insomma, una saga degli sfottò, a cui il primo cittadino non si è sottratto, anche durante il riuscitissimo show de “La Famiglia Colombo”, con cui la compagnia ha sfornato il rinnovato repertorio. E già che c’era anche Luigi Campisi (cioè il Giuàn) ha buttato l’affondo: «Io sono l’unico nato a Busto e solo qui lo posso dire: ci voleva un bustocco per far grandi i Legnanesi».
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