VILLA MIRABELLO
I paesaggi della Resistenza nelle foto di Meazza
Celebrare il 25 Aprile con una mostra, ricordare i luoghi dove nacque la nostra Costituzione - «le montagne dove caddero i partigiani, le carceri dove furono imprigionati, i campi dove furono impiccati», come disse Piero Calamandrei - attraverso 39 immagini in bianco e nero. È il nobile intento della mostra fotografica di Carlo Meazza «Paesaggi della Resistenza nei romanzi di Calvino, Fenoglio, Meneghello», inaugurata il 22 a Varese, a Villa Mirabello, e che si avvale dei testi dell’artista Enzo Basora e degli storici Franco Giannantoni ed Enzo Laforgia.
«Il progetto iniziale - spiega Meazza - era realizzare un libro. Ma poi è arrivata l’idea di questa mostra e che mi è sembrata subito bella e coinvolgente. È stata un’emozione fortissima, ogni volta, ritrovare i luoghi in cui si era consumata l’esperienza partigiana di Italo Calvino, Beppe Fenoglio e Luigi Meneghello e che i tre autori avevano rispettivamente narrato nei libri Il sentiero dei nidi di ragno, Il partigiano Johnny e Piccoli maestri».
Ecco allora Meazza rincorrere Calvino sulle Alpi liguri dietro Sanremo, Fenoglio nelle Langhe e Meneghello sull’altopiano di Asiago, mesi di lavoro in cerca di «balze, colline, pianure avvolte nelle nebbie, nelle soffuse luci primaverili, autunnali e invernali sullo sfondo delle campagne e dei centri abitati, là dove la guerriglia partigiana si era dipanata, fra scontri ravvicinati, agguati, fughe improvvise», come scrive Giannantoni in uno dei testi che arricchiscono la mostra.
«Il paesaggio è co-protagonista in questi romanzi - continua Meazza - e con una certa precisione sono riuscito a ritrovar parecchie di quelle descrizioni, certo cambiate, essendo passati 70 anni, ma riconoscibili. Per esempio, sono riuscito a rintracciare sull’altopiano di Asiago il punto descritto da Luigi Meneghello da cui il protagonista guarda giù, verso la pianura. Italo Calvino addirittura dice che aveva un paesaggio nella mente in cui inserire la storia», che poi è la sua storia di ragazzo che, al pari degli altri due autori, decide di dedicare una parte della propria giovinezza alla lotta di liberazione. Un’esperienza breve e difficile, ma assolutamente vitale e che, come scrive Laforgia, «si sarebbe cristallizzata come uno snodo fondamentale del suo itinerario biografico, imprimendovi uno stigma etico-civile destinato a condizionare le scelte future dell’intellettuale».
Dice Franco Giannantoni: «La mostra è una diversa maniera di celebrare l’anniversario della liberazione d’Italia dal nazifascismo. Non con il solito rito davanti ai monumenti, bensì facendo visita a un’esposizione ricca di sorprese che racconta una stagione irripetibile ed eroica, molto partecipata».
Perché quelle di Meazza non sono solo 39 fotografie, sono un promemoria di libertà e giustizia in questi tempi distratti e smemorati, attraversati da «ventate reazionarie che spirano impetuose già in altri Paesi» e afflitti da guerre più o meno nascoste e tutte crudeli. Un promemoria che ricorda l’importanza di restare umani. Vivi e solidali.
«Paesaggi della Resistenza nei romanzi di Calvino, Fenoglio, Meneghello» - Varese, Villa Mirabello, piazza Motta 4, fino al 21 maggio da martedì a domenica 9.30-12.30 e 14-18.
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