AUDIZIONE IN REGIONE
I pendolari restano senza risposte
Sul potenziamento della tratta nessuno ancora si sbilancia
Ma alla fine, il quarto binario si fa o no? Chi usa le ferrovie dello stato per recarsi a Milano ogni giorno feriale, per studio o lavoro, se lo chiede da tempo. Giovedì il comitato dei pendolari della linea Gallarate-Milano sperava di avere una risposta, ma all’appuntamento in Regione, né l’assessore ai trasporti Alessandro Sorte, né Rete ferroviaria italiana che vorrebbe realizzare il potenziamento della linea con l’aggiunta di nuovi binari lungo una tratta molto frequentata, erano presenti. Peccato, ma in fondo l’audizione, convocata dalla consigliere Carolina Toia (Lista Maroni) alla commissione permanente Territorio e infrastrutture presieduta da Alessandro Sala, non sarebbe comunque servita per ottenere risposte.
Alla presenza anche un poco indispettita dei sindaci di Legnano, Gallarate, Parabiago, Canegrate, Vanzago, il comitato di pendolari favorevoli al progetto e quello dei residenti dell’Alto Milanese che al contrario lo osteggiano, l’audizione è terminata come è iniziata, senza nulla da rilevare o quasi: «In realtà capiamo che su questo progetto, arenato a quanto pare a causa di vizi formali, nessuno ha voglia di sbilanciarsi né di spendere una parola circa le intenzioni politiche, se insomma vogliano portare avanti il discorso oppure no», sintetizza Stefano Marchionna, bustocco, pendolare da vent’anni e portavoce del comitato, che approfitta del ponte pasquale per fare la lista dei disagi cui quelli come lui sono sottoposti quotidianamente.
«Negli orari di punta la frequenza dei convogli è alta, a livelli di metropolitana, ma ancora non è sufficiente. I vagoni sono sempre strapieni».
Tanto per limitarsi al tratto di competenza dei pendolari rappresentati da Marchionna, ai disagi di linea si aggiungono quelli legati alla stazione di Busto, che pure è migliorata nell’acquisizione di monitor sui binari e finalmente sta assistendo all’esecuzione dei lavori per l’ascensore ad uso disabili in uno dei due sottopassi. «Il problema - affermano i viaggiatori - è che per la rampa di accesso al tunnel da via Palermo ci stanno mettendo due mesi e altri due pare ce ne vorranno, con l’effetto di chiudere completamente il passo, di modo che gli studenti dell’Ipc Verri come chi lascia la macchina nel parcheggio di via Rovereto è costretto a fare il giro e passare dal cavalcavia».
Per Marchionna, un’altra perplessità riguarda proprio il parcheggio di via Rovereto: «Quest’anno si è detto che partiranno i lavori per migliorare pavimentazione ed illuminazione, il ché è molto positivo, ma proprio a settembre? E dove si parcheggia nel frattempo? Non sarebbe meglio anticipare i lavori di uno o due mesi?».
Nel dubbio, sul futuro dei trasporti sulla tratta Rho-Gallarate si continua a litigare.
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