IL CASO
I profughi prendono l’avvocato
Aspettando l’esito del vertice in Comune, Patelli annuncia: «Li ho convinti a non usare i muscoli». E sabato arriva Forza Nuova
Il responsabile del centro profughi di via dei Mille, Alessandro Patelli, martedì 27 si è riunito con i 180 profughi ospitati a Busto e assicura di averli convinti: qualunque sarà la risposta che il sindaco Emanuele Antonelli darà rispetto alla loro richiesta di ottenere le carte d’identità, non ci saranno rivolte: «Li ho convinti che i problemi non si risolvono con i muscoli».
La qual cosa significa che, quando il Comune (come tutti si attendono) respingerà l’istanza e sottolineerà la valenza dei permessi provvisori rilasciati dalla questura, gli stranieri si rivolgeranno agli avvocati per aprire un contenzioso. D’altronde in una questione nella quale le disposizioni normative sono spesso contrastanti l’una con l’altra, margini di manovra per spuntarla - facendo valere la regola che dopo sei mesi di residenza in un territorio comunale si ha diritto al documento - ce ne sono senz’altro. Né sarà difficile trovare i legali disposti a seguire la causa, essendo i richiedenti asilo già assistiti nella fase dei ricorsi in appello alle domande di protezione rigettate dalla commissione di valutazione.
«Secondo me - ribadisce ancora il responsabile del centro - i ragazzi hanno capito che in questa situazione usare il cervello è indispensabile e consentirà loro di ottenere la possibilità di trovarsi pure un lavoro». Nella mattinata di mercoledì, intanto, Palazzo Gilardoni ospiterà il confronto fra KB Srl e vertici municipali.
Intanto ad incendiare il clima sono i militanti di Forza Nuova che per sabato, alle 15.30, hanno indetto un presidio anti-immigrazione in piazza Plebiscito, presentando una petizione e quindi raccogliendo firme per chiedere la chiusura immediata dei centri di accoglienza bustesi (non solo quello principale, ma pure quello con 20 ospiti di Casa Onesimo), l’espulsione immediata dei clandestini e un appello al governo per infischiarsene del Regolamento di Dublino e del Trattato di Shengen.
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