MIOGNI
«I veri carcerati siamo noi»
Protesta degli agenti di polizia penitenziaria: «Siamo pochissimi, bagni e docce in corridoio, peggio che nella sezione detentiva». E i sindacati minacciano lo stato di agitazione
Due lettere in poche settimane, inviate ai superiori a Milano e Roma. Inascoltate. Un numero sempre più risicato di colleghi, perché 18 sono distaccati, cioè lavorano in altre sedi, 5 sono sospesi ed agenti di polizia penitenziaria effettivi ve ne sono pochi, soltanto 50. Con le ferie estive, devono chiudere gli uffici, a turno e in alcune ore, per garantire la sorveglianza all’interno del carcere. «Si stanno per concludere i corsi dei nuovi agenti, 400 in tutta Italia, non chiediamo molto ma che a Varese vengano mandati almeno dieci colleghi, per permetterci di lavorare in modo dignitoso».
Ora che i lavori al piano terreno del carcere sono finiti e le celle hanno bagni e docce nuove, a rimanere in condizioni disastrose è la caserma degli agenti. Così alle difficoltà pratiche di lavoro per i numeri risicati, per l’assenza di aria condizionata negli uffici, si aggiunge il fatto che la loro “casa” all’interno dei Miogni è in condizioni disastrose. «I veri detenuti siamo noi, a guardare questi luoghi», dicono i rappresentanti sindacali degli agenti. «Se qualcosa non cambierà e presto, indiremo lo stato di agitazione perché così non si può andare avanti».
Senza contare lo stato dei bagni dove, per esempio, mancano le tavolette. Non che siano indispensabili ma se qualcuno deve vivere, oltre che lavorare, in un posto che per definizione non è il grand hotel, vorrebbe almeno avere un “punto d’appoggio” che non sembri una cella.
Il gabbiotto all’ingresso del carcere, dove c’è sempre la presenza di un agente, da anni versa in condizioni terribili. E non solo per l’assurdità rappresentata dal fatto che è costruito in modo da “guardare” il cortile interno e non l’ingresso, con evidenti problemi di sorveglianza.
Anche gli ispettori dell’Ats Insubria, che hanno eseguito un sopralluogo il 9 maggio scorso per verificare le condizioni igieniche sanitarie della struttura, scrivono, in riferimento alla garitta della porta carraia: «Il locale ha funzione di vigilanza e accettazione visitatori dell’ingresso del carcere. All’atto del sopralluogo, presenta diversi problemi di carattere strutturale, poiché risulta avere intonaco scrostato, cubatura non adeguata (...), non adeguato impianto di riscaldamento ed essendo a livello della strada, nelle giornate di pioggia si presentano infiltrazioni d’acqua».
© Riproduzione Riservata