L’AVVENTURA
Icma, il sogno è qui
Ragazzi saggiano potenzialità loro e dei futuri corsi dell’Istituto cinematografico “Antonioni”
Aspiranti registi e attori si sono dati appuntamento dalla mattinata di ieri, mercoledì 12 luglio, a Villa Calcaterra, dove è in corso la Summer Class: due giorni di lezioni ed esercitazioni, quale assaggio dei corsi triennali proposti dall’Istituto cinematografico Michelangelo Antonioni.
Le future matricole hanno iniziato a prendere confidenza con aule e laboratori dapprima attraverso un seminario sulla scrittura tenuto da Roberto Gagnor, seguito da uno di recitazione a cura di Matteo Bosurgi.
Oggi sarà la volta del linguaggio con Paolo Castelli, della regia con Matteo Andreolli e del set con Vito Signorile.
Al momento delle presentazioni, motivazioni e aspirazioni di coloro che hanno già effettuato la preiscrizione al prossimo anno accademico non sono mancate, come neppure la presenza di semplici curiosi, volenterosi di saperne di più sugli argomenti trattati.
Tra i primi, non pochi si sono scoperti provenire da percorsi formativi eccentrici rispetto a una proposta squisitamente artistica. Simone Gamberoni, 21 anni di Besozzo, ne è un esempio. Non ha solo frequentato il Liceo scientifico, ma viene da due anni di studio alla facoltà di Scienze naturali.
«Ho interrotto un corso di laurea in Biotecnologie - dice - quando ho capito che non faceva per me. In particolare, sono rimasto deluso dall’impostazione eccessivamente finalizzata al profitto, al business per intenderci. Ho pensato non fosse ciò che desideravo né ciò che servisse veramente alla società, la quale, dal mio punto di vista, sta passando un momento critico che varrebbe la pena riuscire a raccontare. Per questo sono qui. Per capire come comunicare alcune cose di buon senso che permettano alle persone di capire verso quale sfacelo stiamo andando tutti quanti».
Sempre dal Liceo scientifico viene Simone Lo Buio, diciannovenne siciliano, che vanta già qualche realizzazione cinematografica a livello amatoriale.
«Vengo da Marsala - spiega -. Cercavo scuola di cinema che offrisse una formazione completa sia dal punto di vista della regia che da quello della recitazione e il novero delle possibilità si è ristretto a Busto. Mi piace scrivere e trasferire i miei testi in pellicola. Finora l’ho fatto realizzando cinque cortometraggi insieme ad amici. Vorrei provare a farne una professione».
Anche Virginia Giglio, diciottenne monzese, si è cimentata con il sogno di diventare attrice.
«Recito - racconta - da quando andavo alle elementari e lo scorso anno ho avuto l’occasione di farlo negli Stati Uniti, a Chicago, dove mi trovavo per un anno di studio all’estero. Feci un musical e una riduzione del Macbeth».
A riportare tutti con i piedi per terra ci ha infine pensato Gagnor, che di sogni vive ma senza ingannare nessuno.
«Ragazzi, sia chiaro, chi intraprenderà questo percorso, una volta terminato, non avrà alcun lavoro assicurato. Avrà però delle competenze. Starà a voi metterle a frutto, per viverci».
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