Il blitz spaventa le galline
Un olgiatese protesta contro l’esercitazione militare alla ex Azimonti
«Si sono sentite male pure le galline tanto era il frastuono: le abbiamo trovate stramazzate a terra, intontite, ed è una fortuna che non siano morte».
L’olgiatese Antonio Giacomin, che ha un deposito edile nelle vicinanze dell’ex tessitura Azimonti di via Roma, sbotta: punta il dito contro la fabbrica dismessa e se la prende con chi ha autorizzato le esercitazioni militari al suo interno: «Non è possibile fare esercitare l’Aeronautica in una zona residenziale - contesta l’uomo - Mi auguro che in futuro tutte le istituzioni coinvolte abbiano un ripensamento optando per qualche altro luogo: qui vivono e lavorano persone ogni volta costrette a subire parecchi disagi. Vadano in luoghi isolati».
Lamentele e paura
Non è filato liscio come si pensava, dunque, il secondo addestramento - con ogni probabilità anche anti-terrorismo - del 17° Stormo incursori dell’Aeronautica militare nell’ex azienda Azimonti: un’area dismessa giudicata adatta per esercitarsi nei blitz in luoghi chiusi, dove liberare persone o catturare individui pericolosi. I residenti, di cui si fa portavoce Giacomin, raccontano di essersi spaventati, e non poco, soprattutto la prima volta, in ottobre, quando non c’era stata una preventiva informazione: botti fragorosi si erano sentiti dal pomeriggio a notte fonda, al punto che i social si erano riempiti di post di gente preoccupata, che si domandava cosa stesse accadendo. Tanto più che la zona è vicina al polo chimico fra Olgiate e Castellanza, per cui in tanti avevano pensato che fosse successo qualche incidente o chissà che altro. «Stavolta non siamo stati colti di sorpresa, ma non è piacevole doversi sorbire tutto questo frastuono per due giorni di seguito - lamenta Giacomin - Sono rumori assordanti, per lo più come detonazioni prolungate, che riecheggiano ripetendosi a intermittenza». Il problema è anche per chi ha animali domestici, che si sono spaventati come coi botti di Capodanno. C’è poi chi, come Giacomin, ha trovato le sue galline talmente rintronate da essere finite a terra: «Sembravano morte stecchite - racconta - Invece non si reggevano più sulle zampe». L’olgiatese riferisce di avere chiesto lumi alla polizia locale, all’Asl e all’Arpa, l’Agenzia regionale per la protezione ambientale, «Ma non ho ottenuto risposte soddisfacenti. Si limitano a dire che non si può fare nulla se sono situazioni sporadiche».
Non servono autorizzazioni
Il dato di fatto è che non servono autorizzazioni quando si fa questo genere di addestramenti su suolo privato: «Fosse stato su un’area pubblica sarebbe stato necessario il permesso - spiega il comandante della polizia locale Alfonso Castellone - In questo caso, invece, basta l’accordo con la proprietà e la preventiva comunicazione al Comune e alle forze dell’ordine».
Il capo dei vigili tiene comunque a ridimensionare le lamentele, «Tant’è vero - precisa - che non ne sono arrivate altre a parte quelle del signor Giacomin e di una famiglia sul confine con Castellanza, che non sapeva cosa stesse succedendo. Resta il fatto che lunedì ci sono state tre prove al pomeriggio e martedì tre al mattino e quattro al pomeriggio. Dieci prove di addestramento in 36 ore, otto delle quali all’interno di un edificio dove si attutiscono comunque i rumori, non sono molte». In futuro ci saranno altre esercitazioni? «Per il momento non è dato saperlo».
Le povere galline inizino a tremare: il prossimo sarà ancora un “attacco” a sorpresa.
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