L’INTERVISTA
Il capitano vuole ripagare gli applausi
Daniele Cavaliero indica la rotta all’Openjobmetis: «Inizieremo per primi, dovremo essere pronti»
Daniele Cavaliero non vede l’ora di ripagare l’entusiasmo dei tifosi di Varese che lo hanno accolto con l’applauso più scrosciante all’ingresso in campo del primo giorno di allenamenti a Masnago.
Il capitano dell’Openjobmetis, che in estate ha sposato la causa biancorossa fino al 2019, racconta così le sue emozioni all’inizio della nuova stagione.
«Sono molto felice dell’apprezzamento della nostra gente. E sarò ancora più felice se alla fine del mio percorso a Varese riuscissi a ritagliarmi un posto nella storia di questa società. Gli obiettivi sono tanti e i sogni sono importanti: nella scorsa annata ho imparato ad apprezzare persone che amano questo club e lavorano per mettere in condizione noi giocatori di dare il massimo: dopo aver conosciuto l’ambiente, per questo ho deciso di sposare a lungo termine Varese, facendo la mia parte per regalare soddisfazioni a questa città».
Qual è il compito che aspetta lo zoccolo duro della stagione passata?
«Chiunque faccia parte del gruppo deve aver chiaro nella testa e nel cuore che la società dà tantissimo alle persone che giocano per questo club e chiede tantissimo a chi milita in questo club. Ognuno di noi dovrà fare un passo verso la squadra: l’esperienza dell’ultima annata ci ha fatto capire che è questa la chiave per far bene. Le persone cambiano a seconda dei contesti in cui vengono inserite: per questo toccherà a noi aiutare i nuovi ad ambientarsi in maniera veloce e positiva. Ormai la stagione scorsa è passata ma ci sono esempi da tenere bene a mente: anche nei momenti di maggiore difficoltà andavamo avanti a lavorare ed a fare quel che ci veniva detto, e questa è una cosa che alla lunga ha pagato».
Il primo mese sarà impegnativo: quest’anno non ci si potrà permettere una partenza lenta...
«Visti gli impegni importanti e ravvicinati non possiamo permetterci di procedere con calma nel processo di formazione della chimica, dobbiamo arrivare pronti all’appuntamento dei preliminari di Champions League perché senza la giusta mentalità non si batte neppure la Servolana Trieste, figuriamoci il Benfica. Iniziamo per primi e dovremo essere pronti per primi: non siamo ancora al completo, ma si avverte il senso di urgenza di dare il massimo ad ogni allenamento, ed arrivare al meglio possibile a quegli appuntamenti».
Dunque sarà importantissimo anche il precampionato, non tanto per i risultati quanto per la necessità di rodare i meccanismi?
«Ricordo bene gli “Indimenticabili” di Vitucci che avevano chiuso il precampionato imbattuti: avere una mentalità vincente dalla prima uscita, anche se non porta punti in campionato, dà fiducia a giocatori, società e sostenitori. L’entusiasmo dei tifosi al raduno ha fatto piacere a tutti, ma dobbiamo meritarcelo di nuovo azzerando quel che è accaduto negli ultimi tre mesi del 2015/’16. Tocca a noi dare la spinta alla palla, consapevoli che poi c’è la possibilità di venire ripagati da uno dei pubblici migliori d’Italia: quando la gente di Varese ti spinge, ci metti mezzo secondo in meno a correre i 28 metri del campo. E giochi non soltanto per te e per la squadra, ma anche per tutte le persone che ci incitano».
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