LETTERATURA
Il caso del romanzo inesistente
Federico Bianchessi Taccioli presenta la sua ultima opera giovedì 21 alla biblioteca civica di via Sacco
L'epigrafe è di Marcel Proust: "Ogni lettore, quando legge, legge se stesso". E va da sé che ogni scrittore, quando scrive, scrive se stesso. Così Federico Bianchessi Taccioli, firma di Prealpina e Lombardia Oggi, rivela nelle pagine del suo secondo romanzo l’aspetto più intellettuale, complesso e raffinato, ma insieme ludico, della sua scrittura. Pare di scorgere fra le righe il sorriso aperto del giornalista che, dopo anni di articoli e interviste, riesce ancora ad affrontare ogni tema con lo stupore della scoperta pura, ma insieme invita a non prendersi troppo sul serio.
E a investire bene il proprio tempo come fa lui che, da quando l’anzianità professionale l’ha dispensato dall’obbligo del lavoro quotidiano, a 59 anni si divide tra le passeggiate con il suo cane Sheba (con cui ha anche condotto qualche inchiesta per Lombardia Oggi), le giornate di sole sul lago Maggiore, i viaggi in quei luoghi lontani che uno agogna per una vita e i concerti alla Scala di Milano, l’unico impegno fisso che si è riservato. Insieme alla scrittura. Quella non manca, ma arriva quando davvero c’è qualcosa da dire. E scusate se è poco.
Dunque veniamo a "Il caso del romanzo inesistente", pubblicato da poche settimane dalla Giovane Holden Edizioni (pagg. 209, 15 euro). La trama è così spiegata sul risvolto di copertina: "Un noto scrittore di best seller annuncia la prossima uscita del suo quarto romanzo, dal titolo provvisorio Il delitto Proust, un giallo ambientato nel mondo dell’editoria e della letteratura che lo ha impegnato per oltre tre anni. L’intento è dimostrare il profondo legame tra il celebre autore francese del primo Novecento e la crisi di identità etica e morale in cui versa la società odierna. Ancor prima di vedere la luce, il romanzo fa discutere i critici sulla base di estratti apocrifi e di voci che circolano sui social network, e addirittura vince premi letterari, mentre i produttori cinematografici se ne contendono i diritti. Ma c’è un problema: il romanzo non esiste. E la storia del manoscritto mai scritto si intreccia con quella sentimentale e professionale del suo autore, che resta anonimo fino all’ultima pagina confermandosi indecifrabile anche nell’ultimo gesto che compie".
Come definire questo lavoro la cui lettura richiede impegno ma ripaga l’intelletto, aprendo una serie di interrogativi non solo letterari? C’è chi lo definisce un thriller, ma in realtà ciò che sospinge la curiosità non è trovare la chiave di volta dell’evento delittuoso, che pure c’è, ma capire tutti gli intrighi che affollano la psiche del protagonista. Ciò che si legge infatti non è una storia sviluppata in modo tradizionale, ma sono articoli di giornale, appunti, lettere, frammenti di diario, registrazioni e interviste raccolte dalla Polizia che indaga su ciò che si chiarisce solo alla fine: e dunque il lettore non è portato per mano, ma partecipa in qualche modo alla costruzione della storia mettendoci fiuto e attenzione. E il divertissement è colto e pieno di colte citazioni, in bilico tra letteratura, giallo, filosofia e psicologia, sviluppato con gusto dell’ironia (basta il titolo...) da un autore che ama Dostoevskij, tra i viventi Philip Roth, tra gli italiani Flaiano, Gadda, Buzzati, ma - dice - "anche Scacco a Dio di Roberto Vecchioni magari non è da Nobel ma è scritto davvero bene".
E in tutto questo che cosa c’entra Marcel Proust? Lo spiega Bianchessi: "Naturalmente la lettura della Recherche (tutta, e in francese, su un’edizione economica Folio alla fine massacrata di note a matita, poi ho comprato quella lusso Pléiade ma mi inibisce persino sfogliarla) ha rappresentato un’esperienza di vita che è durata qualche anno e si è installata in qualche parte della mia mente. E doveva trovare un qualche sfogo, così Proust è diventato il compagno di viaggio del mio romanzo alla ricerca di uno scrittore alla ricerca di un romanzo... Che poi la Recherche racconta questo, uno scrittore che cerca di scrivere il suo romanzo, ma il protagonista della Recherche alla fine ci riesce, il mio anonimo protagonista invece no. Per dire che oggi per un autore è più facile vendere un libro che non esiste piuttosto che scriverlo davvero... Il libro è diventato prodotto, merce, denaro, un oggetto di marketing, sempre più virtuale, può fare a meno di esistere, e anche l’autore è forse destinato a scomparire...".
"Il caso del romanzo inesistente": Federico Bianchessi Taccioli presenta il romanzo giovedì 21 maggio alle 18 nella Biblioteca civica di Varese, in via Sacco 9.
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