IL CASO DELL'ESTATE
"Il centro di Saronno non è una spiaggia"
Saronnesi divisi sulla proposta di Michele Castelli, presidente di un'associazione locale, di vietare alle ragazze di indossare shorts troppo corti e magliette attillate e scollate
Dress code estivo per non trasformare Saronno in una spiaggia e per evitare situazioni problematiche, come pure messaggi equivoci che gli adolescenti non si rendono conto di inviare, con short troppo corti e magliette attillate e scollate. L’idea, lanciata al Comune da Michele Castelli, responsabile dell’onlus Sportello di consulenze sociale, fa discutere i saronnesi.
«Gli inglesi adottano in diverse situazioni il dress code - è il commento di alcuni passanti - è quindi un’idea che può essere interessante valutare». «Penso sia giusto tenere un certo abbigliamento quando si è in città, evitando ad esempio i pantaloncini troppo corti - è l’opinione di Chiara Castelnuovo – A vestirsi in maniera adeguata, però, non devono però essere soltanto i giovani ma anche le persone adulte».
«A dire il vero, di ragazze vestite in modo particolarmente discinto io in giro per Saronno non ne ho mai viste – è l’opinione di Giovanni Rotondi - più che altro ho notato, da parte di alcune ragazzine, degli atteggiamenti con i quali cercano d’imitare le showgirl che si vedono in televisione». Un atteggiamento in linea con l’età delle fanciulle. Ma Rotondi ha un’altra convinzione: «Più che con una regolamentazione dell’abbigliamento decisa in modo pubblico, ritengo che questa sia una questione da affrontare nell’ambito della famiglia». Insomma: i genitori vigilino un pochino su come si vestono gli adolescenti.
«A me non pare proprio il caso di stabilire come ci si debba vestire in città, sono contrario a limitazioni di questo tipo – spiega invece Ruggero Borghi - Si tratta di una questione di libertà individuale e c’è da dire che la generale sensibilità riguardo a certi look è in continuo mutamento; certamente tenere un abbigliamento consono per la città non guasta».
«A me sembra sia una proposta irrispettosa verso le donne e non un modo per proteggerle da molestie o attenzioni sgradite – spiega Giulia Cortese - Se si tratta di minorenni, possono essere questioni da discutere in famiglia; può purtroppo capitare di avere disavventure e problemi a prescindere dal vestito che s’indossa».
E’ sulla stessa linea anche Flora Caronni: «Non c’è alcun bisogno di prevedere norme sull’abbigliamento e ritengo si debba avere rispetto, ad esempio, per le donne musulmane che indossano il velo per una scelta culturale».
«Non ho mai visto nessuno girare in città in costume da bagno – aggiunge Luana Viviani, commerciante - In generale penso sia giusto che le ragazze possano esprimere la propria femminilità indossando gli abiti che vogliono; personalmente ho invece una brutta sensazione quando mi capita di vedere delledonne con il burqa».
© Riproduzione Riservata