IL PREMIO
Il Chiara al Mammut di Bregola
Gran finale a Ville Ponti per il festival del racconto. Tra i giovani trionfa Alessandro Padovan
Una «gran faticaccia», a sentire il presidente della giuria tecnica e del “Chiara”, Romano Oldrini, nel selezionare a suo tempo i tre finalisti, ma alla fine la vittoria è arrivata per distacco: Davide Bregola, classe 1971, ferrarese di nascita e abitazione a Mantova, è il vincitore dell’edizione numero ventinove del Premio Chiara.
Il suo originalissimo, a partire dal titolo, “La vita segreta dei mammut in Pianura Padana” (Avagliano Editore in Roma) s’è imposto con 67 voti contro i 41 di Francesca Manfredi (“Un buon posto dove stare”, La nave di Teseo editore in Milano) e i 38 di Luca Ricci (“I difetti fondamentali”, Rizzoli).
L’antipasto della cerimonia era statop “servito” al Maga, dove s’è conclusa - con Alex, al secolo Leonardo Cecchi, Aldo Cazzullo, la rassegna Duemilalibri con lo scrittore Andrea Vitali, il direttore della Prealpina Maurizio Lucchi e i tre finalisti.
Tra i Giovani, “La porta di casa”, quella che suggeriva la traccia del premio numero venticinque, è stata in qualche modo ribaltata dal vincitore in “Se non c’è la porta entrano i cattivi”, un modo originale per raccontare, a cominciare dal titolo, la storia delicata e bellissima di un ragazzino autistico, Riccardo, alle prese con genitori apprensivi e la voglia autentica di una casa fatta di affetti prima ancora che di pareti. A scriverla è stato Alessandro Padovani, 24 anni, che per ricevere il premio dalle mani del sindaco Davide Galimberti s’è mosso da Pedavena, provincia di Belluno.
Ampio servizio sulla Prealpina del Lunedì del 23 ottobre.
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