LE OPERE
Il Cristo svelato
Gesù secondo Donatello: un uomo vero raccontato a Padova in tre crocifissi
Un Cristo contadino. Così Brunelleschi criticò il crocifisso di Santa Croce in Firenze (1406-08), non apprezzando il realismo con cui l’amico Donatello aveva reso il corpo sofferente di Cristo, dai lineamenti contratti, la bocca dischiusa, gli occhi semiaperti. Ne nacque una sfida, raccontata con dovizia di dettagli da Vasari ma smentita dagli storici. Nonostante la supposta vittoria di Brunelleschi, Donatello continua a scolpire Gesù come uomo vero, nel momento di sofferenza estrema, lontano da ogni idealizzazione alla quale ancora soggiace quello "perfettissimo" di Brunelleschi in Santa Maria Novella. E lo fa nella croce bronzea della Basilica di Sant’Antonio a Padova (1443-1449), primo esemplare in metallo fuso e non sbalzato nella storia dell’arte italiana, il corpo atletico e la testa di una bellezza classica. E ancora in un terzo crocifisso - solo di recente restituito alla paternità dell’artista fiorentino - conservato nella chiesa padovana di Santa Maria dei Servi, precedente e forse modello per l’altro padovano.
Ora le tre croci sono per la prima volta ammirabili a confronto nel Salone dei Vescovi del Museo Diocesano di Padova. Curata da Andrea Nante ed Elisabetta Francescutti, la mostra ha come protagonista proprio la terza croce, quella dei Servi, la cui paternità è stata a lungo dimenticata dalla devozione.
«Donatello svelato. Capolavori a confronto» - Padova, Museo Diocesano, fino al 26 luglio da martedì a domenica ore 10-19, 5/4 euro, info 049.8761924, www.museodiocesano.it, catalogo Marsilio, eventi collaterali in http://padovacultura.padovanet.it.
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