SERIE D
Il derby speciale di Merlin
Il ds biancorosso, in passato giocatore lilla: «Al Mari sarà battaglia»
La carriera da direttore sportivo è iniziata da poco e a Varese sta vivendo una tappa già importante. Quella di calciatore, invece, si è esaurita tre anni fa e a Legnano aveva fatto registrare un passaggio significativo.
Alessandro Merlin, 37 anni, giovane d.s. biancorosso, vestirà i panni dell’ex nel testacoda di domenica in programma al “Mari”.
«Ho giocato a Legnano in due momenti diversi - racconta -. La prima parentesi fu quella più rilevante: era la C2 del 2001/2002, è stata la mia prima stagione da professionista dopo gli anni in D a Verbania e Borgomanero».
Ricordi?
«Partimmo fortissimo, andammo in testa, c’era tanta gente sugli spalti. Poi il presidente ebbe dei problemi e la situazione si complicò. Infine arrivò Ramella in panchina e ci salvammo».
La seconda esperienza?
«Sempre in C2 ma più breve. Presi subito cinque giornate di squalifica, poi mi stirai. C’erano anche delle difficoltà, così scelsi di andare al Carpi».
Oggi a Legnano il patron è Gaetano Paolillo.
«Beh, è stato giocatore, è diventato un procuratore importante, poi ha rilevato e gestisce una società, pur con qualche difficoltà. Non è da tutti, direi che qualcosa ha dimostrato».
Il Varese sta cercando di accelerare verso il ritorno nel professionismo; che cosa dovrebbe accadere al Legnano per provarci a sua volta?
«Nel calcio di oggi non c’è nulla di semplice. La piazza ha un passato di spessore ma per rinverdirlo ci vorrebbero innanzitutto i soldi, poi i risultati. Di conseguenza tornerebbe l’entusiasmo. Però, ripeto, non è così facile».
Tuffiamoci nell’attualità: domenica c’è Legnano-Varese...
«Loro ultimi, noi secondi in classifica: guardandola da fuori sembrerebbe una gara senza storia. In realtà non sarà così. Ne sono convinto».
In virtù di che cosa?
«Del fatto che ho visto due volte il Legnano e ho osservato una formazione che fisicamente sta bene, che ha la gamba per aggredire. Questa, poi, è una partita particolare: i lilla ci metteranno l’anima».
Che tipo di gara si aspetta?
«Un match dal livello agonistico più elevato rispetto al solito. Poche storie: sarà una battaglia».
Quali le frecce più insidiose all’arco del tecnico legnanese Salvigni?
«I due davanti, Armato e Ibe, sono buonissimi giocatori. E anche Laraia sa essere insidioso».
Che cosa dovrà fare il Varese per scavalcare l’ostacolo?
«Giocare con la giusta cattiveria, con la mentalità di chi è pronto a mostrare i denti anche dal punto di vista della lotta e del temperamento. È una questione di mentalità. Non dobbiamo guardare la differenza che esiste in classifica, non dobbiamo assolutamente pensare che sia facile. Lo ribadisco: sarà una battaglia».
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