LA VERTENZA
Il gruppo Zucchi si salverà
Accordo raggiunto dopo una lunghissima notte di trattative: il sì delle banche alimenta le speranze di mantenere i 900 posti di lavoro
Per i seicento dipendenti diretti del gruppo Zucchi e i trecento lavoratori dell’indotto, è stata la notte più lunga: tutti in attesa di sapere se l’azienda avesse raggiunto quell’accordo con le banche che le avrebbe garantito la sopravvivenza. Poi, martedì 20, la conferma ufficiale: il gruppo Zucchi continuerà ad esistere e a produrre biancheria per la casa. Proprio sul filo di lana e dopo mesi di estenuante trattativa, infatti, il management aziendale e i dirigenti degli istituti di credito hanno raggiunto un’intesa per la ristrutturazione del debito in essere di circa 73 milioni di euro. I dettagli del piano di rientro sono assolutamente top secret, dal momento che dovranno essere presentati ufficialmente al Tribunale di Busto Arsizio. Le parti, in accordo, hanno stabilito di presentare formale richiesta di proroga fino al 15 novembre per predisporre tutta la documentazione nel dettaglio. La richiesta, che è stata integrata già da un primo verbale di accordo tra azienda e istituti di credito, si è resa necessaria per adempiere a tutti i passaggi richiesti dal regime di concordato. Il giudice, infatti, aveva stabilito che entro la giornata di martedì fosse presentato il piano di ristrutturazione del debito in tutti i suoi dettagli. Ma, vista la tempistica dell’accordo, si è resa necessaria la richiesta di proroga. Dilazione che, con tutta probabilità, dovrebbe essere concessa. Sta di fatto che, al di là del dettaglio dei numeri, l’intesa raggiunta cambia completamente le prospettive per l’azienda che ha il suo quartier generale nell’Alto Milanese. Il prossimo 15 novembre, infatti, con il piano finanziario sarà presentata anche la richiesta di concordato in continuità, la procedura che consente all’azienda di proseguire con la propria attività.
«A questo punto - commenta Giovanni Sartini (Cgil) che ha seguito l’intera vicenda insieme ai colleghi Luigi Cannarozzo (Cisl) e Massimo Mazza (Uil) - che possa concludersi positivamente una vicenda che è iniziata lo scorso mese di aprile e che in questi mesi ha visto il costante impegno dei lavoratori pur nella preoccupazione circa il futuro dell’azienda».
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