IL CASO
Il Molina sfratta l’Associazione Alzheimer
La Fondazione di viale Borri chiede i locali occupati dal sodalizio. Ed è polemica
Dove andranno le persone malate di Alzheimer che seguono l’ambulatorio della memoria?
Dove andranno volontari e medici e le 500 persone l’anno, di cui 350 per “prime visite”, che si affidano all’associazione Varese Alzheimer?
Il presidente dell’associazione Pier-Maria Morresi, si rivolge «alla cittadinanza di Varese, alla sua capacità di intendere, giudicare e operare con prudenza e saggezza».
Le domande, in questo momento, sono ancora in sospeso. Tramontato, a quanto pare, il tentativo di conciliazione, la questione diventa di dominio pubblico e riaccende i riflettori sulla Fondazione Molina.
È qui infatti che l’associazione presieduta da Morresi ha la sua sede “storica” e il suo ambulatorio.
Un comodato d’uso che dovrebbe scadere nel 2021 ma che la Fondazione Molina non avrebbe intenzione di rinnovare, anzi. Quei locali occupati in una villetta devono tornare nella disponibilità della Fondazione Molina che ha, per quegli spazi, altri progetti. E infatti, «nell’ambito di una quanto mai opportuna attività di ampliamento dell’offerta per l’utenza di Varese (alloggi protetti) è stato deciso un piano di diversa destinazione di locali di proprietà del Molina prima d’ora oggetto di convenzione finalizzata a una attività di collaborazione con l’associazione di Varese Alzheimer, allo stato mai attuata da un decennio», scrive il commissario straordinario del Molina, Carmine Pallino.
E ancora: «La predetta progettualità è stata oggetto di interessamento da parte del commissario al sindaco di Varese sin dal 21 agosto scorso».
Così, «a fronte della cessazione del contratto di comodato con Varese Alzheimer e non già di alcuno sfratto, in quella sede mi sono premurato altresì di confermare al sindaco la volontà (...) di individuare un’alternativa nell’ambito degli alloggi a disposizione della Fondazione Molina per ospitare, sempre gratuitamente», l’associazione Varese Alzheimer onlus, scrive il commissario Carmine Pallino.
E aggiunge che «tutte le proposte non hanno mai incontrato riscontro positivo».
L’associazione Varese Alzheimer non sembra intenzionata a cambiare casa, tanto meno nell’ambito del patrimonio immobiliare della Fondazione. Un rapporto durato anni che sembra essersi incrinato in modo pesante. Nonostante il passaggio alla guida della Fondazione Molina di più presidenti in più epoche storiche per la città.
Il presidente Pier-Maria Morresi affida il suo pensiero a un comunicato particolarmente duro.
«Ci sono momenti nella vita sociale - scrive - nei quali si deve avere la forza di non derogare sui principi. E se un accordo, un contratto liberamente sottoscritto, viene stracciato, quali che ne siano i motivi, esso resta un atto ostile. E come tale va trattato. Perché di atto ostile si deve parlare nel rigetto, prima del termine decennale, del contratto di comodato d‘uso della sede affidata dalla Fondazione Molina all’associazione Varese Alzheimer».
E ancora: «Poco importa a chi da pochi mesi dirige, pro tempore, la Fondazione commissariata, dei venti anni precedenti di soddisfacente lavoro in comune, testimoniato da tutti i presidenti che si sono susseguiti alla direzione della struttura benemerita».
I capigruppo della maggioranza in consiglio comunale hanno manifestato tutta la loro preoccupazione per quanto sta avvenendo alla Fondazione Molina.
Un intervento in difesa di Varese Alzheimer che il commissario Pallino ha commentato così: «Nel rassicurare i consiglieri circa il livello di attenzione della fondazione, mi corre l’obbligo di resistere a qualsiasi ingerenza nella gestione e difendere i diritti della fondazione di diritto privato che rappresento».
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