L’INTERVISTA
Il nuovo Hollis: maturità e difesa
«Varese posto giusto per rendere al meglio»
Damian Hollis è pronto a sposare la causa della Varese operaia messa a punto da Attilio Caja.
L’ultimo acquisto in ordine cronologico dell’estate biancorossa si è già calato nelle mentalità da “colletto blu” a dispetto delle caratteristiche da attaccante che lo hanno accompagnato per tutta la carriera. E punta proprio sulla difesa per quel salto di qualità individuale e collettivo del quale ha parlato a lungo con “Artiglio”.
«Coach Caja ha insistito molto sulla necessità di lavorare sempre forte in difesa: mi ha chiesto di cercare di focalizzarmi su questo aspetto, perché pensiamo che possa portare me e la squadra a raggiungere un livello superiore. Anche se negli anni precedenti le mie caratteristiche sono state più concentrate sull’attacco, non ho problemi a fare qualsiasi cosa ci sia bisogno per far vincere la squadra. Sia essa marcare l’avversario più forte o buttarmi sui palloni vaganti, l’importante sarà avere il miglior impatto possibile in relazione alle esigenze del gruppo».
Il parere dell’ala di passaporto ungherese sulla nuova Varese è comunque positivo, alla luce della solida identità corale già messa a punto nelle prime settimane di lavoro: «La prima settimana a Chiavenna abbiamo lavorato molto duro: è stato utile per conoscere lo staff tecnico e i compagni, ognuno di noi ha messo molta energia e le sensazioni sono state molto positive. Stiamo ancora lavorando sulla comunicazione tra di noi e sulle cose che l’allenatore ci chiede di fare: in allenamento viene tutto bene, in partita dobbiamo ancora crescere, ma l’importante è che ci sia tempo in vista della prima partita».
Dopo tante stagioni da top-scorer – le ultime due a Brescia con promozione in A ed al Benfica Lisbona con scudetto e coppa in Portogallo – Hollis non si preoccupa eccessivamente delle sue opportunità offensive, ed è pronto a riscattare l’esperienza poco felice di tre anni fa a Cantù. «Il sistema è impostato principalmente sulla fluidità della circolazione di palla; al momento il mio impegno principale è concentrato sulla difesa, in ogni caso non ci sono giocatori egoisti e dunque ci sarà spazio per tutti dal punto di vista realizzativo. La situazione a Cantù era andata fuori dal mio controllo abbastanza presto; rispetto a quell’esperienza sono maturato molto, sono sicuro di poter fare meglio».
L’atleta nato nel 1988 è entusiasta del clima creatosi all’interno del gruppo e confida molto nella spinta dei tifosi: «La mia qualità principale è la lettura della difesa: non ho un movimento preferito o parto con un’idea predeterminata, posso penetrare su entrambi i lati o prendermi il tiro se mi viene concesso. Credo che Varese sia il posto giusto per rendere al meglio: mi sento fortunato a far parte di questo gruppo, nel quale tutti lavorano per raggiungere un obiettivo comune e nessuno pensa a se stesso. Inoltre qui c’è uno dei migliori pubblici d’Italia: anche Biella e Cantù avevano fans molto caldi, ma l’energia che hanno mostrato quando sono venuto qui l’anno scorso con il Benfica mi ha impressionato tantissimo. Posso solo immaginare cosa significherà averli a favore quest’anno…».
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