LA STRUTTURA
Il Palaghiaccio va allo sfascio
Pannelli crollano sopra i rifiuti: situazione indecente a Beata Giuliana
Le recenti raffiche di vento, oltre a far danni, hanno tolto il velo (anche quel poco rimasto a protezione) sull’indecenza.
Non che la salute del Palaghiaccio di Beata Giuliana sembrasse già prima in buone condizioni, ma è bastata una mattinata di folate violente per rendere ancora più cruda e amara la realtà dell’impianto sportivo mai concluso.
Sotto i colpi del meteo, infatti, sono franati al suolo un paio di lastroni in alluminio montati accanto alla copertura, posti a difesa dalle infiltrazioni. E i pezzi caduti in mezzo al cantiere, si sono adagiati su un cumulo di rifiuti.
Persino un vecchio televisore fa capolino tra le sterpaglie, gettato da un incivile che ha scambiato la nascente struttura sportiva per una discarica.
Un po’ lo stesso ragionamento da abbinare al cumulo di immondizia varia e a cavi e tubi buttati lì alla rinfusa che ormai scandiscono la quotidianità fra il Sempione e via Minghetti.
E anche sotto la tettoia, ecco accatastati alcuni cartelli stradali, forse quelli un tempo usati durante i lavori del parcheggio e adesso finiti loro stessi travolti nell’abbandono generale.
Il senso vero della vicenda è comunque che, mentre si dibatte da anni del destino dell’impianto e mentre si attendono gli sviluppi del contenzioso legale con il privato che voleva portarlo a termine, il Palaghiaccio sta andando allo sfascio.
Il tutto con un’amara constatazione da fare: al di là di eventuali interventi emergenziali che Comune e Agesp possono disporre, per almeno quattro mesi nel cantiere non si muoverà foglia.
Il verdetto del Consiglio di Stato rispetto all’ennesimo ricorso presentato dall’operatore che vinse la gara d’appalto ma venne estromesso per una fideiussione falsa, è atteso non prima di inizio febbraio 2018. Considerando tempi tecnici, necessità di provvedere a definire i nuovi scenari (ovviamente in base alla sentenza), riassegnazione dei lavori e impostazione degli stessi, sembra davvero che ci vorrà parecchio tempo per ripartire.
Chissà a quel punto cosa sarà rimasto dell’attuale incompiuta bustocca.
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