Museo del Tessile
Il passato della «Manchester d’Italia»
Il nostro territorio vanta aree di particolare interesse storico e culturale a volte inaspettate come la città di Busto Arsizio che nel XIX secolo era stata soprannominata la Manchester d’Italia per il grande sviluppo industriale, in particolare nel settore tessile, che aveva dato grande impulso all’economia di tutta la provincia.
Filature e tessiture storiche se ne trovano sino agli anni Sessanta quando poi iniziò un rapido declino e la maggior parte di esse scomparve lasciando però tracce indelebili del loro trascorso a livello urbano e paesaggistico, nonché culturale. Questo sapere che altrimenti sarebbe andato perso è stato sapientemente catalogato e raccolto nel museo del Tessile istituito nel 1997 e ancora da pochi conosciuto. Il Museo ha sede in un edificio prestigioso che in origine ospitava il reparto filatura di una delle principali manifatture della zona, il cotonificio Carlo Ottolini, poi Bustese, importante esempio di archeologia industriale in città, costruita in stile neogotico alla fine dell’Ottocento.
Il percorso espositivo si estende su tre piani oltre alle due torrette annesse e raccoglie circa 2600 pezzi tra macchinari storici, documenti, strumenti, tessuti e manufatti che raccontano il sapere tessile della città e dei territori limitrofi. Al piano terra fanno bella mostra di sé rari macchinari per le grandi filature ed il finissaggio ed i primi sistemi ottocenteschi di anti-infortunistica. Al primo piano si trovano le macchine per la lavorazione a jacquard e i materiali per il finissaggio, la confezione e la spedizione dei prodotti finiti con un’area dedicata alla tintoria e alla stampa, dai metodi tradizionali più antichi a quelli attuali. Non manca nemmeno un’area dedicata alle fibre di nuova generazione con interessanti approfondimenti tecnici ed una grande sala dedicata al corredo della sposa dove si possono ammirare tessuti, pizzi e ricami unici nel loro genere.
L’apparente atmosfera di un museo un po’ polveroso e vecchio stile (che meriterebbe di ricevere maggiori sovvenzioni e sponsorizzazioni anche da privati) è rinnovata da una proposta didattica davvero unica e ricca di iniziative. Nei giorni feriali vengono organizzati numerosi laboratori a tema dedicati alle scuole di ogni ordine e grado, che raccolgono molti consensi ed adesioni per imparare a riconoscere i tessuti ma soprattutto sperimentare con mano come viene realizzato attraverso l’uso del telaio, come viene tinto e come può essere decorato attraverso sistemi di pittura e stampa. I bambini sperimentano con le mani, preparano i colori pestandoli nel mortaio, fissano le tinte, provano a stampare utilizzando le preziose tessere lignee intagliate a mano dono della fondazione Zucchi e molto altro.
Durante i fine settimana inoltre, in aggiunta alle visite guidate a tema, i bambini e le loro famiglie non possono perdere il «giocomerenda», un’attività sempre diversa in cui i piccoli possono realizzare manufatti insieme alla mascotte del museo, la fata Clarofilla per poi concludere l’incontro con una merenda per tutti. La partecipazione a tutte le attività è libera e gratuita come gratuito è l’ingresso al museo. (i.t.)
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