SERIE A
Il Poz promuove Waller
Il grande ex ha dato parere favorevole a Coldebella: «Un giocatore in crescita. Tira bene, non è costante»
Gianmarco Pozzecco promuove la scelta di Antabia Waller da parte di Varese. L’ex assistant coach del Cedevita Zagabria, che ha affrontato da avversario la nuova guardia biancorossa (100mila dollari il suo stipendio nel 2017-18 con scatto a 120 nel 2018-19, salvo escape a pagamento da 10mila nella prossima estate), ha dato parere favorevole quando il d.g. Claudio Coldebella lo aveva chiamato per referenze sul tiratore statunitense: «A me è piaciuto: all’andata contro di noi aveva giocato una partita super, ma in ogni caso è un giocatore che ha bisogno dei compagni per rendere al meglio, cosa che preferisco rispetto a un solista. Lo avevo già segnalato lo scorso anno a Pistoia; tira bene ed è un giocatore in crescita, anche se non è costante, che è però la caratteristica di chi è forte. L’ABA League è un campionato tosto e in Montenegro ha perso in gara5 la finale contro un’avversaria più forte come il Buducnost. Qualche punto interrogativo c’è, ma in assoluto è una scelta che mi piace e mi incuriosisce».
Quindi buona presa per Varese considerando la “fame” di chi viene da una nazione cestisticamente inferiore all’Italia?
«Il valore assoluto di Waller dipenderà dal contesto: questo è un concetto che vale per tutti i giocatori della serie A di oggi, Milano compresa. La differenza rispetto ai miei tempi la fa la personalità: io e Meneghin ne avevamo tantissima e c’erano giocatori che facevano la differenza in qualsiasi ambito. Oggi quelli che hanno personalità giocano nella NBA».
Che consiglio darebbe a un club medio della serie A come Varese per costruire l’organico?
«Non mi permetto di scavalcare Toto Bulgheroni e Coldebella, ma la mia idea sarebbe quella di puntare su giocatori europei. In Italia non va di moda perché si pensa che costi più rispetto agli americani. In realtà prima di tutto se un europeo fa bene a Varese è più facile confermarlo senza che si rimetta sul mercato, e in questo modo si riesce a dare un’identità tecnica alla squadra e a provare a dare continuità al gruppo di giocatori, cosa basilare come ha dimostrato Trento puntando su italiani con mentalità come Forray e americani che giocano all’europea come Craft. Poi ci sono elementi come Maynor che hanno mentalità NBA; ma sono talmente intelligenti che dopo un mese si adattano bene al nostro basket».
Quale futuro per “coach Poz”? La rivedremo su una panchina il prossimo anno?
«Resterò per un anno a vivere in Spagna e seguirò gli allenamenti di qualche big a partire da Ettore Messina a San Antonio. Mi sento pronto per tornare ad allenare: non è detto che sia bravo ora così come non è detto che fossi scarso come è apparso a Varese. Mi piacerebbe riuscire a mettere in pratica quel che ho imparato; in Italia non è facile trovare una situazione che ti metta nelle condizioni ottimali per esprimerti al meglio, accetterei volentieri un progetto in un ambiente adatto a me».
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