L’INTERVISTA
Il problema? Alitalia. E i politici
Addio Malpensa-Roma: Aeroporti Lombardi va all’attacco «degli ipocriti, da destra a sinistra»
«Più che indignarsi per tre voli insignificanti, dovremmo tutti porci tre domande: perché il nostro aeroporto funziona a meno del cinquanta per cento della sua capacità? Perché il Terminal 1 addirittura è sfruttato solo per un terzo? Perché l’accessibilità intercontinentale di Milano e della Lombardia è a percentuali ridicole?».
Parte da qui l’analisi di Roger Zanesco, presidente di Aeroporti Lombardi, sulla chiusura del trigiornaliero Malpensa-Roma, storica tratta che Alitalia sopprimerà a partire dal prossimo 1 febbraio lasciando lo scalo della brughiera senza un collegamento diretto con la capitale (anche easyJet, infatti, dismetterà la rotta dal 27 marzo).
Zanesco, al vertice dell’associazione filomalpensista che raccoglie tantissimi esperti o semplici appassionati di aviazione del territorio, si scaglia in particolare contro la classe politica che nei giorni scorsi si è indignata per l’ennesima ritirata di Alitalia da Malpensa: «Basta ipocrisie, l’aeroporto di Malpensa lo hanno demolito i politici in maniera trasversale da destra a sinistra. Trovo piuttosto patetiche le passate campagne elettorali mordi e fuggi all’interno dei terminal, salvo poi scomparire il giorno successivo le votazioni».
In particolare Zanesco si accanisce contro la eurodeputata Lara Comi (Forza Italia) che aveva definito «totalmente inaccettabile» la chiusura della Malpensa-Roma.
«Ha bisogno forse che le ricordiamo noi come il suo capo Silvio Berlusconi ha gestito la partita Alitalia con i famosi Capitani coraggiosi? Per non parlare di Malpensa: dal sindaco di Milano Gabriele Albertini in poi ci sono state soltanto macerie».
Secondo Aeroporti Lombardi, la classe politica non deve concentrarsi sulla chiusura del Malpensa-Roma («Alitalia in teoria è privata e dunque taglia dove ritiene opportuno, oltretutto non si sa nemmeno come e per quanti mesi riuscirà a stare in piedi»), bensì allargare lo sguardo sull’ennesimo piano di riorganizzazione dell’ex compagnia di bandiera che, il prossimo 10 gennaio, potrebbe annunciare fino a 1500 nuovi esuberi.
«I nostri politici anziché battersi per un volo che per Malpensa ha oggi una utilità minima dovrebbero lottare affinché Alitalia, ancora una volta, non venga salvata coi soldi dei contribuenti. Qui una sola è la cosa saggia da fare: che fallisca una volta per tutte lasciando spazio e possibilità a gente capace».
Spiega Zanesco: «Questi signori arrivati con la promessa di fare di Alitalia una compagnia sexy a 5 stelle ora si ridurranno a fare, se va bene, traffico low cost. E dire che a partire da Lupi, hanno chiesto e ottenuto decreti ad hoc e ancora in uno dei loro ultimi comunicati stampa auspicavano da parte delle autorità di non dover subire trattamenti discriminatori. E’ ora di dire basta, è ora che il sipario cali definitivamente. Sarà un disastro occupazionale? Balle. Milioni di persone hanno perso il lavoro negli ultimi anni e nessuno ha avuto attenzioni e privilegi come, fino a ora, i dipendenti Alitalia. Quanti miliardi ci è costata finora? E poi chissà che senza Alitalia non possa finalmente nascere qualcosa di nuovo, degno di poter operare nel nostro Paese».
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