L’INTERVISTA
Il ritorno della Provincia: «Ora le risorse»
Dopo la vittoria del no al referendum l’ente non sarà cancellato. Il presidente Vincenzi: faremo rete con le istituzioni a ogni livello
E la barca va. Come prima, anzi meglio. Perché, fra le altre cose, il risultato del referendum di domenica scorsa ha detto questo: le Province non verranno cancellate. Due anni trascorsi a discutere su come, dove e quando sostituirle e poi tutto rimarrà com’è.
Presidente, è possibile?
«E no, non tutto deve rimanere com’è - sbotta a Villa Recalcati Gunnar Vincenzi, che ha iniziato il terzo anno di mandato sui quattro previsti dalla legge - perché allora davvero i conti non tornerebbero. Parlo in senso proprio. Parlo di soldi. Stato e Regione ci hanno tagliato i fondi, svuotandoci di molte funzioni e adesso che la legge Delrio che sopprimeva le Province attende in tempi che mi auguro brevi di essere sostituita, devono tornare a trasferirci in tempi certi tutti i finanziamenti necessari a svolgere i servizi che siamo chiamati a gestire e garantire».
Il discorso è chiaro, ma il rischio però lo è altrettanto: quello che “indietro non si torna”, per cui non si deve più parlare di trasferimenti finanziari.
Lei è reduce dalle consultazioni per mettere insieme la squadra di governo dell’ente varata quarantotto ore fa. Come vede la situazione?
«Con la vittoria del no, torno a essere presidente di un ente riconosciuto dalla Costituzione. Torniamo a rivestire le medesime funzioni che avevamo nel 2012. Per questo motivo ci aspettiamo che prima di tutto il Governo centrale riveda la sua posizione in tema di tagli ai trasferimenti».
E’ un passaggio essenziale su cui lei, che anche da sindaco di Cantello ha guidato la lista degli amministratori per il sì, ha subito richiamato - fin da lunedì mattina quando il risultato elettorale era acquisito- tutti gli eletti a Villa Recalcati, ad iniziare dalle opposizioni di Lega e Forza Italia che al referendum erano schierate sul fronte del no. Pensa che in questo modo si possa realizzare un terreno comune su cui costruire la politica provinciale e lasciar perdere le contrapposizioni?
«In gioco c’è il bene della nostra provincia e questo chiede che anche le minoranze mettano in campo un’azione responsabile, sa prescindere dagli orientamenti di parte. Per quanto ci riguarda, continueremo con fermezza sulla strada del risanamento finanziario, per cui ai miei consiglieri chiedo ancora una volta il massimo impegno, la volontà di fare squadra, la sensibilità di guardare tutti verso il medesimo obiettivo».
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