A 69 ANNI
Il rock è più povero: addio Greg Lake
Si è spenta la voce, basso e chitarra dei primi King Crimson e del supertrio EL&P
Il mondo del rock piange Greg Lake, morto a 69 anni per una grave malattia. Il bassista, chitarrista e cantante inglese, anima dei primi King Crimson e di Emerson, Lake & Palmer, era uno dei personaggi chiave del rock “progressive”, che accanto al genio Robert Fripp (suo amico d’infanzia) contribuì a tenere a battesimo con il mitico “In the court of the Crimson King” (1969), debutto discografico del Re Cremisi considerato quasi unanimemente padre fondatore di un genere che avrà poi grandi protagonisti, tra gli altri, in Yes, Genesis e Van der Graaf Generator dominando la scena rock per quasi dieci anni, fino all’avvento del punk. «E' con grande tristezza che devo dire addio al mio amico e compagno di band Greg Lake», l’annuncio di Carl Palmer, batterista e ultimo superstite del leggendario trio che già nel mese di marzo aveva perso Keith Emerson, morto suicida a 71 anni.
L’ennesima croce di un 2016 che, solo per restare all’ambito della musica pop-rock, ha visto finora “uscire di scena” David Bowie(10 gennaio), Paul Kantner (Jefferson Airplane, 28 gennaio), Maurice White (Earth Wind & Fire, 3 febbraio), il leggendario produttore dei Beatles George Martin (3 marzo), Prince (21 aprile) e Leonard Cohen (7 novembre). Morti che hanno portato il mondo dei social a definire il 2016 un vero “Annus horribilis”, senza contare altre vittime eccellenti della “Nera signora con la falce” come Umberto Eco, Gene Wilder, Fidel Castro e il Nobel del Lago Maggiore Dario Fo.
Bassista dallo stile personalissimo e ottimo chitarrista acustico (basti pensare alla stupenda intro di “From the beginning” di ELP, da Trilogy, 1972), Greg era anche e soprattutto una voce di prim’ordine, profonda e dall’ottima estensione, capace di passare dalle atmosfere soavi e straziate di “I talk to the wind” e “Epitaph” al rock nevrotico di “21st Century schizoid man”, dal primo King Crimson. Band che abbandonò durante la lavorazione del secondo lavoro (In the Wake of Poseidon) proprio per formare quello che all’epoca era definito un “Supergruppo”, con Emerson, proveniente dai Nice, e Palmer (Atomic Rooster). Fu trionfo: dal primo omonimo (1970) a Tarkus (1971), Pictures at an Exhibition (71), Trilogy (72) i tre non sbagliarono un colpo, con un rock sinfonico spesso imparentato e contaminato con la classica. Tecnica eccezionale, virtuosismi clamorosi. Lake, con i suoi interventi vocali e il suo basso, rappresentava quasi un “contrappeso” al rischio di ridondanza del mago delle tastiere Emerson. Le lunghissime suite come Tarkus, Karn Evil, Fanfare for the Common man trovavano negli interventi di voce e nelle - rare - parti soliste di chitarra di Greg un equilibrio che l’immensa personalità di Keith rischiava di far debordare verso il kitsch, soprattutto nei lavori della seconda fase. Il successo iniziò a declinare e il gruppo si sciolse nel 1980, travolto dall’esplosione dei fenomeni punk e new wave che davano un’interpretazione quasi antitetica al rock (brani brevi, tecnica non indispensabile, parti strumentali quasi assenti). Da allora ci furono reunion, tour e progetti solisti, ma nell’immaginario collettivo Greg Lake è rimasto la voce di “In the Court...” e il “Lucky Man” del primo singolo di Elp. Ora quella voce si è spenta, ma risuonerà ancora nei vinili, negli I-pod e nei ricordi dei milioni di fans che oggi lo piangono.
© Riproduzione Riservata