L’INNOVAZIONE
In classe col badge
Mai più appelli al Classico: Controllo elettronico delle presenze e più iscritti al “Cairoli”
Coi 191 iscritti alla quarta ginnasio, contro i 136 dello scorso anno, e la conseguente ricostituzione della sezione G, il liceo “Cairoli” dimostra che dal “mal di classico” si può guarire. E lo fa proiettandosi nel futuro con un nuovo sistema di registrazione delle presenze: studenti dotati di badge elettronici da “passare” all’ingresso a scuola e niente più appelli.
«Nel corso di questi ultimi anni sono state introdotte novità per cercare di togliere la polvere dal classico, o, meglio, far sbiadire la generalizzata percezione di obsolescenza - sottolinea Salvatore Consolo, primo preside “made in Cairoli” -. Il Classico, per sua stessa definizione, è sempre attuale. è dal punto di vista della percezione sociale, sostenuta da campagne mediatiche e scelte politiche, che da sette o otto anni a questa parte s’è assistito a un cambiamento radicale nella considerazione di questa scuola, progressivamente passata da eccellenza assoluta a scelta sorpassata e poco sensibile ai cambiamenti sociali».
Guardando i dati relativi all’istituto varesino, appare evidente una contrazione a partire dal 2009, quando gli iscritti al primo anno slittarono da 201 a 177 e da 1061 a 990 il numero totale degli studenti. Dopo il 2010 i “cairolini” non hanno mai più superato il fatidico migliaio, scendendo progressivamente a 774 nel 2016.
«Questo dato ci era parso allarmante - prosegue il preside -, anche se in perfetta sintonia con la tendenza nazionale, che vedeva il classico sempre più esangue di iscrizioni. Tant’è vero che alcuni istituti molto blasonati si sono trovati nella necessità di aprire le porte ad altri ordini di scuole. Come l’Alessandro Volta di Como, che, davanti al calo di alunni al di sotto dei 600, s’è visto costretto a fare posto a una sezione di liceo scientifico». Stessa sorte toccata, nel 2014, al “Parini” di Milano.
Il “Cairoli”, nonostante la diminuzione di iscrizioni, ha retto bene rispetto ad altre sedi lombarde, fino allo scorso anno, quando aveva perso la sezione poi recuperata quest’anno. I dati nazionali, elaborati dal Miur, confermano i numeri del liceo cittadino: per l’anno scolastico in postazione di partenza il 54,6 % dei ragazzi ha scelto i licei. Il Classico ha avuto il 6,6% di preferenze, contro il 6,1% dello scorso anno, incremento che non scalza comunque il primato dello Scientifico, scelto dal 25,1% degli studenti. I dati sono confortanti. La coscienza della “crisi” del Classico non può rinnegare quel valore che il termine porta etimologicamente con sé. La Krisis, in greco, è infatti la fase acuta di una malattia, dalla quale si guarisce o si muore.
«Il nuovo cambio di rotta delle iscrizioni, in positivo, è dovuto ad un concorso di cause - conclude Consolo -. Il Classico ha strizzato l’occhio alla modernità, alle nuove tecnologie, al rapporto col mondo del lavoro. Ha vivacizzato la propria fisionomia culturale, dando più respiro alle lingue straniere e, con l’iniezione di matematica e fisica, è diventato un corso di studi più equilibrato di prima».
In particolare, il Cairoli ha incentivato i contatti con le scuole secondarie di primo grado.
«La mentalità comune si sta riappropriando della consapevolezza che il liceo classico, con gli studi umanistici, è in grado di formare capacità critica, competenze logiche e autonomia di pensiero - conclude Consolo -. Ha dunque una missione, che è quella di salvaguardare il capitale culturale, investimento sicuro in un mondo dove tutto cambia in fretta».
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