INCHIESTA SANITÀ
In manette l’uomo dei conti esteri
Stefano Lorusso, arrestato a Miami, sarà estradato e raggiungerà in carcere Rizzi e Longo
«Tu mi devi dire quando mi porti a Panama a parlare col panamense». Così, Mario Valentino Longo, il braccio destro del consigliere regionale leghista Fabio Rizzi, intercettato dalla Procura di Monza, si rivolgeva a Stefano Lorusso, 52 anni, l’imprenditore originario di Maglie, in provincia di Lecce, arrestato mercoledì a Miami dall’Interpool nell’ambito dell’inchiesta sulla sanità regionale che ha documentato «il consolidamento di un gruppo criminale, attivo nell’influenzare, mediante la turbativa delle gare d’appalto e tutta una serie di tangenti, le procedure della Sanità Regionale lombarda per l’assegnazione dei servizi odontoiatrici». Lorusso, che sarà estradato in Italia ed entro domenica raggiungerà in carcere Rizzi e Longo (accusati di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione alla turbativa d’asta), sarebbe considerato dagli inquirenti l’ideatore dei conti esteri dove sarebbero confluite le tangenti contestate nell’indagine “Smile”. Sarebbe l’uomo dei conti offshore del presunto sodalizio criminale. «Io e te abbiamo il controllo di tutta la baracca», aveva detto Longo in un’altra occasione riferendosi alla holding panamense lnside Out, di cui, secondo l’intercettazione, Rizzi avrebbe avuto non più di un terzo del capitale al pari del fidato collaboratore e di Lorusso. Quest’ultimo avrebbe poi creato a Montecarlo una società per gestire il marchio della sua azienda, More Than Luxdi Miami (immobiliare, affitto di aerei e auto di lusso), che sarebbe stato pronto a condividere con l’ormai ex fedelissimo del governatore Maroni. Nell’ordinanza di custodia cautelare emessa dai giudici di Monza, Lorusso è accusato di ricettazione. Tra le altre cose, nella sua qualità di amministratore di fatto della Mtl Events, secondo i magistrati, avrebbe emesso «due fatture dell’importo di euro 25mila ciascuna» nei confronti della Csm - Cooperativa Sociale Monzese onlus «per prestazioni di consulenza». In realtà, «prestazioni inesistenti», dietro cui nascondere un giro di mazzette che sarebbero state pagate da Maria Paola Canegrati, l’imprenditrice brianzola partita dal nulla che nell’arco di una quindicina d’anni è riuscita a metter le mani sul business delle cure odontoiatriche in Lombardia, ai funzionari pubblici Fabio Rizzi e Mario Valentino Longo. Consulenze mascherate, dunque, fatte ad hoc per «ostacolare l’identificazione della provenienza delittuosa del denaro».
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