LA MANIFESTAZIONE
In trecento contro Galimberti
«Sindaco non democratico». E il centrodestra sfila fin sotto Palazzo Estense. Piano della sosta, critiche dall’ospedale Del Ponte al primo cittadino: «S’è rimangiato la parola»
Poco più di trecento persone per protestare contro «il metodo Galimberti». Cioè per contestare non solo nel merito, le scelte recenti della giunta guidata da Davide Galimberti. E invitarlo ad andarsene con l’eloquente striscione che apriva il corteo: «Galimberti Go Home», in lumbard «Galimberti, va’ a ca’ tua».
Il pomeriggio di oggi, sabato 21 ottobre, dalle ore 14.30 alle ore 16, s’è svolta l’annunciata manifestazione annunciata dal centrodestra e aperta a tutte le categorie della cittadinanza contrarie al Piano sosta, che ha reso a pagamento la maggior parte degli stalli del centro città, ma anche per dirsi contraria a scelte calate dall’alto senza un minimo di apertura al dialogo.
A guardare i numeri della protesta, il corteo non ha raggiunto l’obiettivo di catalizzare i pur numerosi comitati di cittadini sorti in poche settimane, con raccolte di firme, contro le imposizioni normative operate dalla giunta.
In compenso, diversi commercianti e contestatori social dell’Amministrazione Galimberti, hanno aderito al corteo, che ha avuto tra i suoi alfieri l’assessore regionale Luca Marsico, l’europarlamentare Lara Comi e i consiglieri comunali Paolo Orrigoni (che ha chiesto al sindaco «maggior ascolto delle istanze dei varesini prima di assumere decisioni strategiche e invasive nella vita di tutti»), Carlo Piatti e Simone Longhini.
Poco dietro, si sono notati anche il presidente del Consiglio regionale lombardo, Raffaele Cattaneo e il presidente onorario di Agorà, Nino Caianiello.
La componente più rumorosa e arrabbiata col sindaco, è stata però quella delle donne dell’ospedale Del Ponte: dipendenti che rinfacciano al sindaco di non essere stato di parola con chi lavora all’ospedale di piazza Biroldi e neppure con le mamme dei bambini lì ricoverati o con le pazienti oncologiche.
«Il sindaco, che ci aveva colpito positivamente per essere intervenuto alla nostra prima protesta - hanno detto - s’è rimangiato le promesse e oggi la situazione dei posteggi è rimasta invariata. Non solo siamo costrette a pagare per lavorare ma rischiamo pure cattivi incontri alla fine degli orari notturni».
Dopo aver sfilato lungo piazza Repubblica, via Manzoni, via Volta, via Marcobi e via Sacco, il corteo ha raggiunto l’ingresso di Palazzo Estense intonando qualche slogan, neppure troppo convinto, eccezion fatta per quello delle dipendenti dell’ospedale Del Ponte.
Quindi, i manifestanti sono ritornati in piazza Monte Grappa, dove si sono alternati gli interventi contro la linea decisionale imposta dall’Amministrazione Galimberti.
Luca Marsico ha puntato il dito contro «un metodo che contrasta con quel che Galimberti andava garantendo in campagna elettorale e cioè il coinvolgimento dei cittadini nelle scelte importanti per Varese».
«Il Piano della Sosta - così Marsico - imposto tout court ai varesini, dimostra quanto di poco democratico ci sia nei metodi di Galimberti».
Sulla stessa linea Lara Comi: «La partecipazione dei commercianti e di tanti cittadini, dice che a Varese il sindaco ascolta ben poco chi l’ha eletto».
Anche Raffaele Cattaneo ha bacchettato Galimberti: «La sinistra impone sempre la propria linea e poi s’arrabbia se i cittadini osano criticarla. Noi preferiamo metodi più vicini al concetto di libertà».
Pino Terziroli, che Galimberti sostenne alle elezioni del giugno 2016 insieme col compianto Andrea Badoglio e della sua lista Varese Civica, non ce l’ha solo col Piano sosta.
«Galimberti aveva promesso un coinvolgimento della gente comune ma sta dimostrando coi fatti che certe dichiarazioni erano solo uno spot elettorale».
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