L’EMERGENZA
In via Ossola la casa dei profughi
Lonate Pozzolo si appresta a ricevere il centinaio di rifugiati: a giorni i primi ingressi
E se fosse Lonate Pozzolo la sede di un nuovo centro per richiedenti asilo? Forse più che una domanda, più che una questione interrogativa si va verso la certezza.
D’altronde le voci che si sentono in paese tra la gente, nei bar e nei negozi sono ormai insistenti. Insomma sembra soltanto essere una questione di pochi giorni. Ancora non ci sono certezze sul luogo che ospiterà ulteriori rifugiati politici in questo territorio. Ma si fa strada l’ipotesi sempre più concreta che possa trattarsi di una struttura-capannone vicino a un ex fonderia chiusa da tempo in via Ossola in una zona residenziale con numerose villette.
Di sicuro il numero dei richiedenti asilo ospitati in paese salirà rispetto alla quota trentotto attuale. E il municipio – parole del sindaco facente funzione Sabrina Marino – non è al corrente di nulla.
Lavori in corso
Le indiscrezioni cominciano a circolare. Lo spazio di via Ossola sarebbe gestito dalla cooperativa Kb srl, società che segue già nel loro progetto di inserimento e integrazione circa settecento ragazzi in provincia di Varese. Dislocati in numerose strutture e in modo particolare a Busto Arsizio, Gallarate, Gorla Minore, Fagnano Olona, Samarate e Somma Lombardo. In questi giorni in quella che – è giusto utilizzare ancora il condizionale – potrebbe diventare la nuova casa per nuovi richiedenti asilo ci sono lavori di risistemazione e riqualificazione. Non si esclude che i primi ragazzi possano arrivare già nei prossimi giorni e nelle prossime settimane. Potrebbero giungere a step. Quanti saranno i nuovi ospiti al momento è difficile dirlo e prevederlo. Ma non si può escludere anche una cifra che parta dai cinquanta in su, arrivando fino al centinaio.
Le mani legate
In via Cavour, sede del Comune, nessuno sa nulla. Esemplifica con una certa chiarezza il primo cittadino facente funzione Sabrina Marino (Lega Nord): «Nessuna comunicazione a oggi, siamo sempre gli ultimi a sapere, non veniamo nè consultati nè informati».
Poi una constatazione forte che non ammette repliche: «Sono già troppi i trentotto che abbiamo sul nostro territorio».
L’amara riflessione: «Non possiamo scegliere, dobbiamo subire le assegnazioni».
Un modo come un altro per dire che un sindaco, se un privato decide di affittare alloggi alle cooperative ha le mani legate.
Infine la conclusione: «In immobili di proprietà dell’ente non ci sono e non ci saranno i profughi».
Il Comune nulla può fare. Probabile che la comunicazione venga data al momento del loro arrivo.
Numeri crescenti
Allo stato attuale i profughi ospiti sul territorio dovrebbero essere circa trentotto. Una decina in un appartamento all’interno di un condominio di via Silvio Pellico 1. Poi altri ventitré in un altro alloggio in via Vespucci. Che portano il totale a 33 sotto il controllo di un altro ente gestore.
A questi bisogna aggiungere anche i cinque ospiti nel centro di Exodus in via Silvio Pellico, noto per avere ospitato nel recente passato anche Fabrizio Corona. Ora il più che possibile arrivo di un numero consistente di profughi. Dunque Lonate, a due passi da Malpensa, sarebbe la soluzione individuata per una nuova accoglienza e la situazione è d’emergenza.
Gli sbarchi continuano a essere incessanti sule nostre coste.Tutti, in modi differenti, si trovano a convivere con una situazione complicata.
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