IL LIBRO
In viaggio con Maigret
Il caso Saint Fiacre, un classico anche... turistico
Ogni volta che sono stata a Parigi ho faticato non poco a ritrovare le atmosfere della città che ha ospitato le inchieste del famoso Commissario Maigret.
Ci sono i grandi boulevard e i vicoli dei quartieri più caratteristici, i caffè, i bistrot e le brasserie, ci sono le stazioni affollate e i locali notturni, ma, pur ricchi di fascino, tutti questi luoghi hanno perso un bel po' di quella patina romantica e decadente che è invece l'aroma principale dei romanzi di Maigret.
Del resto Parigi è una metropoli moderna, in evoluzione continua, e non è quindi un caso se è nella campagna francese che ho ritrovato, qui ancora sorprendentemente intatta, quell'aura così dolce e malinconica, quelle ambientazioni linde e polverose al tempo stesso, quel sapore così puramente francese che andavo cercando.
La corrispondenza é scattata immediatamente leggendo una delle indagini di Maigret ambientate fuori Parigi, Il caso Saint Fiacre.
Saint Fiacre, paese natale del Commissario, dovrebbe corrispondere nella realtà a Paray-le-Fresil, nel dipartimento dell'Allier.
Ammetto che lì non ci sono mai stata, ma ho visitato non molto tempo fa la vicina Borgogna. Il fatto di esserci stata in pieno inverno, poi, credo abbia offerto un contributo determinante: la campagna si è offerta in tutto il suo splendore decadente, piatta, grigia e bianca per la neve abbondante, illuminata da un cielo d'acciaio e sconfinato, senza rilievi che ne segnino i confini.
Ho alloggiato in un vecchio palazzo nobiliare: non un relais esclusivo, chiarisco subito, ma un B&B economico che offre però una cornice autentica ed esclusiva. La camera era grande e con il soffitto altissimo, fredda, anzi gelida, e la mattina dovevo prendere coraggio prima di entrare in una vasca da bagno dalle sinuosità decisamente retro'.
La colazione mi venne servita in una sala da pranzo con un camino enorme, in grado di contenere un tavolo per sei persone.
Alle pareti, credenze colme di piatti e cristalli polverosi almeno quanto l'enorme lampadario che illuminava lo scalone d'onore.
I proprietari sono una famiglia di antico lignaggio, ma di attuale modestia economica, come ce ne devono essere parecchie, da quelle parti, visto il gran numero di sistemazioni analoghe proposte ai viaggiatori.
Trasformare il proprio maniero in un alloggio per turisti è stata probabilmente una scelta obbligata. Ma che c'entra - vi chiederete ora - questa descrizione forse più adatta ad una guida turistica con i libri di Simenon?
Bè, provate a leggere qualche pagina de Il caso Saint Fiacre, la descrizione del borgo all'arrivo di Maigret, oppure quella della stanza della locanda - gelida - dove il Commissario alloggia, o quella degli interni del castello della contessa, e capirete.
Se poi vi capiterà di passare dalle parti di Flavigny, di Semur-en-Auxois o dell'abbazia di Citeaux e vi sembrerà di avere un déjà-vu, ricordatevi di quanto state leggendo.
Il caso Saint Fiacre, di George Simenon, XIII inchiesta del Commissario Maigret.
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