IL CASO
Iperbarica chiusa senza un perché
S'infittisce il mistero all'origine della chiusura del Centro di Laveno: ieri la visita del consigliere regionale Luca Marsico
Sembrava cosa fatta e invece no. È ancora incerto il destino del Centro Iperbarico, che rischia la chiusura definitiva a causa di problemi burocratici. La direzione amministrativa e sanitaria continuano a ripetere di non capire il motivo di questa prolungata chiusura e ribadiscono che le motivazioni dell’Asl sono passate dalla pericolosità, non meglio identificata, alla richiesta di rispetto dei parametri della sicurezza sul lavoro, dagli “zoccoli” ai piedi, ad altri accessori per il personale. Mercoledì, in cerca di chiarezza, è giunto in visita Luca Marsico, presidente della Commissione regionale Ambiente e Protezione civile. «Tenuto conto che si è di fronte a un servizio a favore della popolazione - ha detto Marsico - vorrei capire quale sia il motivo valido per sottrarre tale servizio ai cittadini. Servizio che ovviamente in primis deve vedere la sicurezza degli utenti». L’amministratrice del Centro Iperbarico Tiziana Petoletti, ha così esposto la situazione. «I problemi sono iniziati nel marzo scorso, dopo che per ben 25 anni l’Asl ha sempre certificato la validità del Centro Iperbarico. Quindi attendiamo che l’Asl ci dica cosa non è più valido e cosa sia successo dopo il marzo scorso. Da ricordare poi come dopo attenta verifica dell’impianto iperbarico a cura della ditta costruttrice Drass di Livorno l’impianto è risultato conforme al progetto originale, sicuro e perfettamente funzionante. Non risultano manomissioni di nessun genere. È giusto che chi è preposto ai controlli faccia il proprio lavoro e che si sia in regola con personale e con gli utenti, ma è anche giusto che si sappia cosa sia avvenuto e cosa si debba fare».
Marsico da parte sua ha sottolineato come la sua priorità, da cittadino e da consigliere regionale, è che questo servizio venga messo a disposizione dei cittadini, ovviamente in sicurezza e per questo, invece di alzare il telefono e chiamare l’Asl per avere notizie, ha preferito toccare con mano la situazione per poi sentire l’Asl: «Sono venuto per capire e conoscere e quello che ho potuto appurare è l’assoluta esigenza di disporre di un servizio di questa natura e che venga offerto con validità e sicurezza all’utenza che ne ha diritto e auspico che possa essere ripreso nel minore tempo possibile. Sarà ora mio compito verificare che cosa sia accaduto e avvenuto e quale sia ad oggi l’impedimento alla sua regolare riapertura».
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