IL CASO
Islamici, voglia di dialogo
Appello a chi ha terreni: pronti ad affittare uno spazio destinato alla preghiera
«Stiamo ascoltando con interesse e gratitudine le voci che arrivano da diversi personaggi, di varie estrazioni, che incitano al rispetto della libertà di culto». Mohamed Elyoubi, vicepresidente della Comunità islamica gallaratese, torna sull’argomento dello spazio di preghiera che, da quando è stato cambiato il lucchetto di via Pacinotti, non è ancora stato trovato in modo definitivo. Ai cittadini italiani di fede musulmana sono particolarmente piaciute le parole del prevosto, monsignor Ivano Valagussa: «Anche noi teniamo all’importanza del dialogo per la costruzione di una società dove la diversità diventa sinonimo di ricchezza».
Una ricchezza che sembra nascosta come il tesoro dei pirati. Con la mappa di Gallarate, Elyoubi e gli altri si stanno spostando di rione in rione cercando quella ricchezza «garantita dalla nostra Costituzione». Quel «nostra» è detto in modo naturale, non forzato e nemmeno strumentalizzato. Nelle parole del vicepresidente non c’è nulla di polemico o provocatorio. Anzi. Lui non vuole credere a chi gli dice che le difficoltà nel trovare un terreno, anche tra i privati, possano essere legate al timore di qualche proprietario di esporsi in prima persona come risolutore di una vicenda che si trascina da quindici anni.
Così, la Comunità islamica va avanti nella ricerca. E lancia un appello: «A tutti i possessori di un terreno a Gallarate, idoneo alla nostra attività religiosa, chiediamo di affittarcelo». Il campo di via Montenero è utile, ma non basta. Soprattutto per il Ramadan «Che inizierà indicativamente il 27 maggio». Quindi, per velocizzare il dialogo, Mohamed mette a disposizione «il mio numero di telefono, 388-8193177, e quello del presidente Abdul Jabbar, 340-5103942».
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